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Lega contro obbligo vaccini, Fi si sfila

Dopo il Jobs Act, i vaccini diventano protagonisti dello scontro elettorale. Alla bordata lanciata da Silvio Berlusconi contro la riforma del mercato del lavoro introdotta dal governo Renzi, è seguito a stretto giro l'attacco del leader leghista Matteo Salvini alla legge sull'obbligo vaccinale a scuola. «Cancelleremo norme Lorenzin. Vaccini sì obbligo no”, avvisava Salvini in un tweet. Immediata la risposta della ministra della Salute: «Salvini propone esattamente le stesse cose dei no-vax e del Movimento5Stelle, mettendo seriamente a rischio la salute dei nostri figli e dei cittadini italiani». A seguire, il pieno sostegno del segretario Pd, Matteo Renzi. Sempre a suon di tweet: «Berlusconi torna indietro sul lavoro. Salvini torna indietro sui vaccini. La destra italiana di oggi è questa qui. Noi vogliamo andare #avanti. Per l'Italia, senza paura». Ma quando il leader del Pd punta il dito contro l'«alleanza Lega-Cinque Stelle» all'insegna di una «battaglia oscurantista», i Pentastellati non ci stanno. «Pd e centrodestra - contrattaccano - ci tirano ignobilmente per la giacchetta facendo circolare fake news. Tutti sanno che siamo favorevoli ai vaccini, ma che sosteniamo il modello della raccomandazione». Il candidato premier Luigi Di Maio ne fa quasi una professione di fede: «Sono vaccinato, mio fratello è vaccinato, vaccinerei mio figlio, tutta la mia famiglia è vaccinata e crediamo nei vaccini».

Al di là degli schieramenti
La querelle va oltre il mero contrasto tra schieramenti: a prendere le distanze è anche il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani. «Salvini tocca un problema delicato. Noi abbiamo deciso di essere d'accordo con l'obbligatorietà che va verso una tutela dei nostri figli». Una precisazione che amplia la forbice tra forzisti e leghisti, alla ricerca di un difficile equilibrio pro urne. Non solo: l'eco del dibattito arriva alla Commissione europea. La portavoce per la Salute, Anca Paduraru, segna un punto a favore della legge: «Siamo molto preoccupati per l'aumento dello scetticismo sui vaccini», dichiara. E annuncia «l'impegno a rafforzare il sostegno dell'Ue agli sforzi nazionali».

Primi successi per la legge
Per la legge i primi successi. La legge 119/2017 sta dando i primi frutti: lo dicono i dati sui nuovi bambini vaccinati, monitorati ogni due mesi dalla commissione per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza. In questi giorni è in corso la terza tranche di monitoraggio, al 31 dicembre 2017. «Contiamo di registrare un aumento», annuncia dal ministero della Salute Stefania Iannazzo, co-autrice di un articolo pubblicato dalla rivista The Lancet. Nelle cinque Regioni (anonimizzate), per cui sono disponibili i primi dati, in media quasi il 30% dei bambini non vaccinati nati dal 2011 al 2015 è stato sottoposto alla profilassi dopo l'entrata in vigore dell'obbligo. Questo recupero ha fatto già aumentare la copertura 2017 dell'1% per il vaccino esavalente. E di un +2,9% dei vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia. Nelle coorti dal 2001 al 2015, la copertura per il morbillo è cresciuta del 2,3%: questo forse è il dato più indicativo, se si considera che nel 2016 l'adesione era crollata all'87,3% (il tasso ottimale è del 95%). A marzo, proprio in coincidenza con l'esito delle urne, si saprà anche quello di una legge che continua a dividere.

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