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Disgelo Emiliano-Calenda sul piano ambientale Ilva

Muove i primi piccoli passi la trattativa sulle integrazioni al decreto ambientale per l’Ilva, impugnato da Regione Puglia e Comune di Taranto, convinti che allo stato attuale fornisca insufficienti garanzie sulla salute dei cittadini. Dopo la proposta di protocollo d’intesa in nove punti (funzionale alla rimozione del ricorso al Tar di Lecce) inviata la settimana scorsa dal Mise agli enti locali, nei giorni scorsi il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato di essere al lavoro su una proposta di accordo di programma. Ieri il ministero dello Sviluppo Carlo Calenda ha spiegato di essere in attesa di ricevere i contenuti di questa controproposta, annunciando la disponibilità a discuterla. Sempre ieri Emiliano, dopo avere evitato il rischio di alcuni odg contrari all’interno della seduta del Consiglio regionale, ha confermato la trattativa in corso con il Mise e ha annunciato di attendere una convocazione a giorni dal presidente del Consiglio, anche se su questo tema fonti da Palazzo Chigi ribadiscono che una disponibilità a trovare una soluzione c’è, ma prima va rimosso il ricorso. Il Tar di Lecce, nel frattempo, ha confermato ieri che per l’eventuale giudizio di merito sul ricorso si prospettano tempi lunghi, annunciando che servirà almeno un mese per decidere sulla competenza territoriale del tribunale.
«Penso che Emiliano abbia detto chiaramente come la pensa - ha spiegato ieri il ministro dello Sviluppo, carlo Calenda -: aspetto le osservazioni di Comune e Regione. Le prenderemo seriamente nel merito, come abbiamo sempre fatto, e gli risponderemo». Un passo in avanti lungo la strada del dialogo per non pregiudicare la cessione degli asset Ilva. «Calenda ha compreso che occorre lavorare per integrare il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri» ha detto a sua volta Emiliano, ribadendo la linea dei due enti ricorrenti, vale a dire «integrare il Dpcm con un atto annesso». «Sarebbe opportuno, una volta definito il testo complessivo di questa intesa - ha aggiunto il presidente della Puglia - che il Consiglio regionale si esprima e integri questa bozza sulla quale preventivamente il Governo regionale e il Governo nazionale si stanno impegnando».

L’evoluzione della vicenda
Per quanto riguarda l’evoluzione della vicenda nell’immediato, Emiliano si è detto fiducioso di essere convocato «al più presto» a Palazzo Chigi, dal presidente del Consiglio, «per definire le condizioni politiche essenziali dell’accordo sull’Ilva. È chiaro che insisteremo perché abbia forma di accordo di programma».
Ieri Emiliano ha evitato che il Consiglio regionale votasse gli ordini del giorno di Forza Italia e Sinistra Italiana (finalizzati al ritiro del ricorso) e del Movimento 5 stelle (chiedeva la chiusura dello stabilimento durante i wind days), ottenendo il rinvio delle votazioni. «Ribadisco a questo Consiglio - ha detto Emiliano - che se non avessimo presentato il ricorso non avremmo avuto alcuna possibilità di interloquire con il ministero dello Sviluppo economico».

Il ricorso al Tar
È cominciato intanto con un rinvio al 6 marzo, ieri al Tar di Lecce, l’esame della vicenda Ilva e in particolare dei ricorsi presentati dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia contro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che comprende il piano ambientale per la nuova Ilva. I giudici della terza sezione, presidente Enrico D’Arpe, preso atto della rinuncia alla richiesta di sospensiva del Dpcm che era stata notificata nei giorni scorsi da Comune e Regione, si sono occupati della eccezione presentata dalla difesa di Ilva che contesta la competenza territoriale della sezione leccese del Tar e ha chiesto che il procedimento venga spostato al Tar del Lazio, decidendo di rinviare il giudizio al mese prossimo.
Oggi è attesa una nuova convocazione del tavolo tra i rappresentanti dei lavoratori e i vertici di Am Investco Italy, in vista della definizione dell’accordo sindacale necessario al perfezionamento dell’acquisizione degli asset Ilva.

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