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Emergenza smog, il report di Legambiente punta il dito contro Regioni e Comuni

di Alessandro Vitiello

L'emergenza smog non ha più pause stagionali. Quest’anno infatti il picco di polveri sottili nell'aria si è già registrato in primavera e in autunno, vale a dire senza attendere l’inverno, che è il periodo durante il quale solitamente si manifesta. E le responsabilità, oltre naturalmente ai cambiamenti climatici, sembrano potersi addebitare a Regioni e Comuni, che non mettono in campo alcun intervento strutturale per cercare di arginare il fenomeno.
Tanto è scritto nel report di Legambiente «L’emergenza smog e le azioni (poche) in campo», secondo il quale da gennaio a metà ottobre sono ben 25 le città che hanno superato il limite di 35 giorni con una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo previsto per le polveri sottili (PM10). Quasi tutte (24) sono in quattro Regioni del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). Record negativo per Torino (66 giorni di superamento di PM10), seguita da Cremona (58) e Padova (53), mentre a Milano a ottobre è scattata l'allarme con diversi giorni consecutivi di superamento del PM10.

I piani di risanamento dell’aria
Legambiente, dunque, oltre a sciorinare nel rapporto i dati sull'aria inquinata, punta il dito contro i ritardi di amministrazioni regionali e sindaci, principali responsabili dei piani di risanamento dell'aria, che dovrebbero definire azioni e misure stagionali poi attuati con delibere specifiche, anche alla luce del piano antismog firmato a fine giugno dal ministero dell'Ambiente proprio con Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
Ritardi inaccettabili in un Paese come il nostro in cui si contano oltre 60mila morti l'anno per l'esposizione a inquinamento da polveri sottili, ossidi d'azoto e ozono.
In Lombardia, in particolare, Legambiente segnala un vistoso dietrofont nella guerra allo smog. Andati in pesione i vecchi piani di risanamento dell'aria targati Formigoni, che prevedevano la messa al bando degli Euro 3 già dall'inverno scorso, la giunta attuale ha deciso ancora un rinvio, in attesa anche di Piemonte e Veneto. Il Comune di Milano manterrà comunque il divieto sul territorio e controllerà i trasgressori con le telecamere dell'area C del centro città.
Euro3 diesel vietati anche in Emilia Romagna, mentre il Veneto è in ritardo rispetto allo scorso anno. Se a novembre del 2016 la Regione aveva già deciso il blocco degli Euro3 fino al 31 marzo 2017 nel caso in cui zone/agglomerati raggiungessero il livello di criticità 2 (ossia quando si supera la concentrazione media giornaliera di 100 microgrammi al metro cubo per 3 giorni consecutivi), tali indicazioni non sono state nuovamente date ai sindaci. Il protocollo con il ministero dell’Ambiente, tuttavia, è stato ratificato prevedendo limitazioni dall’ottobre 2018 solo nei Comuni con più di 30mila abitanti, senza considerare le zone omogenee o gli agglomerati di enti stabiliti in precedenza.

Veicoli Euro 2 e riscaldamento
Il report di Legambiente analizza anche il blocco della circolazione dei diesel Euro2 e delle auto a benzina Euro1, nonché il problema dei riscaldamento negli edifici pubblici e privati. Pochi sono i controlli e ancora meno le multe ai trasgressori, nonostante l'Anci e i Comuni abbiano chiesto a Regioni e Governo di «essere dotati di strumenti e modalità di controllo». Tra i pochi Comuni che controllano va segnalato Bergamo, che registra i passaggi con telecamere e software di riconoscimento validati dal ministero dei Trasporti, oltre che con squadre di vigili.
Un terzo delle abitazioni, inoltre, ancora oggi risulta non a norma con l'applicazione di strumenti automatici di controllo della temperatura del riscaldamento.

Le best practices in Inghilterra e Francia
Impietoso, come al solito, il confronto con alcuni Paesi e città europee.
L’Inghilterra, per esempio, ha annunciato dal 2040 lo stop alle vendite di auto diesel, investendo subito 1 miliardo di sterline per la mobilità elettrica e deciso 27 zone a pedaggio nelle aree urbane di tutto il Regno Unito. Con l’obiettivo di finanziare il retrofitting di bus e auto pubbliche.
La compagnia dei taxi di Londra ha già pianificato l'elettrificazione di tutte le autovetture nei prossimi due anni, mentre il sindaco ha annunciato controlli di qualità dell'aria in 50 scuole elementari nelle aree peggiori inquinate di Londra. La Scozia, inoltre, ha deciso di anticipare il divieto di vendita dei motori a combustione interna al 2023.
Anche a Parigi interventi contro lo smog. Un coraggioso piano di riorganizzazione dei trasporti (sviluppo di quello pubblico e della mobility sharing elettrica) e di ridisegno dello spazio pubblico è in attuazione con lo scopo di dimezzare il numero delle automobili e vietare progressivamente quelle più inquinanti entro il 2025.
Altri Paesi, come Slovenia, Svizzera e Austria, stanno poi adottando misure comne l’abbassamento dei limiti di velocità autostradali: 110, 100, persino 80 Km orari.

Il report

La classifica dello smog in città

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