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Migranti: l’Italia chiede fatti, Ue divisa

L’Italia vuole risposte concrete sul fronte dei migranti dagli altri paesi europei. Nei giorni in cui scoppia una nuova emergenza di sbarchi dal Mediterraneo - situazione ormai pressoché permanente - l’immigrazione è stata messa dall’Italia al centro dell’incontro di Berlino tra i capi di Stato e di governo nell’incontro preparatorio del G-20 di Amburgo della prossima settimana.
«Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un paese solo. Questo ci mette sotto pressione ma noi abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo. Non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei» ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni al termine dell’incontro.
La Cancelliera Angela Merkel assicura vicinanza all’Italia (la Germania è la più stretta alleata), il presidente francese Emmanuel Macron si distanzia sui migranti “economici”, e dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, arriva un altro riconoscimento dello sforzo eccezionale dell’Italia: «Da molto tempo siamo convinti che non possiamo abbandonare né l’Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni che sono eroiche».

Un problema strutturale
L’incontro di ieri si è caricato di forti significati dopo gli sbarchi massicci degli ultimi giorni e tutt’ora in corso, ma si lega a quello della scorsa settimana a Bruxelles, dove il tema immigrazione dal Mediterraneo centrale è stato definito (per la prima volta) «problema strutturale» non più emergenza, e inoltre è stato riconosciuto, nelle pieghe del documento conclusivo del Consiglio, che in prospettiva si debba collaborare non solo nelle operazione di search & rescue ma anche nella condivisione degli approdi, come ribadito anche ieri dal premier.
«La nostra strategia – ha detto Gentiloni - è ben definita: muove dall’Africa, dai paesi più esposti come origine dei flussi, si concentra in Libia, dà i primi frutti con il sostegno alla guardia costiera libica e i campi in Libia e deve essere sempre più efficace nel contrasto ai trafficanti che attraversano il mare». Gli sbarchi mettono «a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo messo sul tavolo – ha aggiunto - alcuni temi come gli accordi di ricollocazione».
Quindi il primo ministro italiano ha usato l’occasione di ieri «per rappresentare ai colleghi europei l’estrema preoccupazione per il rischio dell’accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni. L’Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo ma chiede di discutere del ruolo delle ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi». In questo quadro la Commissione europea conferma «un impegno notevole. La disponibilità venuta fuori oggi avrà un primo sbocco concreto mercoledì prossimo nella riunione dei ministri degli Interni a Tallin».
La posizione italiana – sulla condivisione reale degli sforzi, quindi – ha nella Germania un alleato: «Aiuteremo l’Italia, ci sta proprio a cuore questa necessità. Spero in una soluzione concordata a Tallin» ha detto la Merkel, con una accenno chiaro alla situazione in Libia: «Non possiamo accettare che in quel paese regni l’illegalità e che diventi uno stato permeante». Sollecitato da una domanda riguardo alla situazione al confine di Ventimiglia, il presidente francese Macron ha voluto marcare una posizione diversa sui migranti che non hanno lo status di rifugiati: «Noi sosteniamo l’Italia e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio.

Migranti economici
Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere». Parole di vicinanza anche dal premier spagnolo Mariano Rajoy: «Concederemo qualsiasi aiuto possibile all’Italia per evitare che si crei una situazione non più gestibile». Un portavoce del commissario Ue all’immigrazione ieri a Bruxelles ha commentato che le ragioni dell’Italia vanno comprese, ma questi temi «vanno discussi con gli altri stati membri», che sono molti di più quelli presenti ieri a Berlino. E il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha affermato che il documento finale del G20 dovrà contenere «un riferimento concreto alla lotta contro i trafficanti di essere umani: chiederò di considerare sanzioni a livello europeo contro questi trafficanti e di metterli nella lista nera delle Nazioni unite, ma per farlo devono essere d’accordo la maggior parte degli stati membri» dell’Onu.

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