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Rifiuti, le imprese chiedono al ministero un tavolo sulle politiche verdi

Leggi regionali diversissime fra loro, ribaltoni normativi, paure della cittadinanza sono alcuni dei problemi che hanno indotto le imprese di difesa ambientale a sollecitare «un tavolo con il ministero dell’Ambiente, con l’Anci per i Comuni e con l’autorità anticorruzione Anac per delineare strategie condivise», osserva Luciano Milanese, presidente dell’associazione confindustriale Cisambiente. I problemi su cui serve sintonia sembrano infiniti nel settore delle imprese della difesa ambientale, quelle che risanano, disinquinano, rigenerano e smaltiscono i rifiuti le città.«Sarebbe utile una figura garante per i cittadini e per le imprese», aggiunge Milanese.

Appalti e fidejussioni
Per questo motivo piace alle imprese verdi l’ipotesi di affidare all’Autorità dell’energia anche una competenza sul segmento ambientale.
Per esempio, una figura regolatrice del settore potrebbe impostare un bando-tipo per le gare d’appalto: oggi ha un capitolato differente ogni singolo Comune e ogni singolo ente locale che affida all’esterno i servizi ambientali.
Ma c’è anche il tema delle fideiussioni, molte delle quali paiono essere farlocche. C’è la questione dei prodotti di risulta che oggi le direttive europee riconoscono “end of waste” e non più rifiuti, una definizione che troppe autorità italiane faticano a comprendere. Ci sono autorità che, invertendo l’onere della prova, considerano qualsiasi rifiuto, anche il più innocuo, come pericoloso “a prescindere” (è il criterio dei cosiddetti “codici specchio”) a meno che con analisi infinite non se ne dimostri l’innocenza. «Purtroppo le leggi severe sull’ambiente e sui rifiuti che pesano sulle imprese non sono sufficienti a colpire chi ricorre alla concorrenza sleale dell’illegalità», osserva il vicepresidente dell’associazione Cisambiente, Maurizio Franchini.
Per quanto riguarda le fideiussioni false presentate da operatori opachi del settore rifiuti, un allarme viene dal presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie, Alessandro Bratti, il quale segnala che sono ricorrenti le polizze di società di comodo romene e cinesi.

Contratto di lavoro
Un punto permanente di consultazione e confronto tra le imprese del recupero e riciclo dei rifiuti con le autorità, apprezzato anche da altre organizzazioni, potrebbe portare anche a un contratto unico di lavoro. Non a caso — è emerso in occasione dell’assemblea dell’associazione —la direttrice della Cisambiente, Lucia Leonessi, sta completando la discussione per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro con Utilitalia e con Legacoop, facendo divenire realtà un contratto unico di settore. Anche verso questo obiettivo lavorano altre associazioni imprenditoriali come la Fise Assoambiente (non aderente alla Confindustria) e diversi sindacati.

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