Amministratori

Rifugiati, assegnate le risorse a 99 progetti Sprar per un totale di 2.871 posti

di Mimma Amoroso

Finanziati, con decreto firmato dal ministro dell'Interno Minniti, 99 nuovi enti locali che hanno presentato domanda di accesso allo Sprar, la rete di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati sulla quale il sistema italiano intende basare la gran parte del peso dell'accoglienza.
Si tratta di un obiettivo ancora lontano da raggiungere, verso il quale, però, le energie del ministero dell'Interno sono impegnate pienamente, soprattutto dal punto di vista economico, considerato che gli enti locali beneficiari potranno contare sulla copertura delle spese del progetto che possono arrivare sino al 95 % del costo complessivo.

Con questa tornata, dunque, a partire dal 1° luglio 2017, la rete Sprar si potrà ampliare di oltre 2800 nuovi posti, alcuni dei quali (solo 40) riservati a persone con disabilità fisica o mentale e altri, 325 ai minori stranieri non accompagnati.

Ma ci sono ancora margini di miglioramento. Infatti, rispetto a quanto previsto dalle linee guida allegate al Dm 10 agosto 2016 che ha riformato il sistema di accesso al finanziamento fissando al 31 marzo di ogni anno il termine per la richiesta del finanziamento, il Ministero quest'anno ha previsto di esaminare anche le domande pervenute sino al 5 maggio.

A breve, dunque, saranno ammessi altri enti locali che hanno inoltrato la domanda di finanziamento tra il 1° aprile e il 5 maggio.

Il piano di accoglienza diffusa
Per accelerare il processo di ampliamento delle strutture di accoglienza sul territorio il Ministero dell'interno ha anche concordato con Anci il piano di accoglienza diffusa, rivolto proprio a incentivare i Comuni all'attivazione di progetti Sprar per essere esonerati dall'apertura di centri di accoglienza temporanei da parte dei prefetti, ai quali compete l'onere di assicurare un numero di posti sufficiente ad accogliere i richiedenti asilo che ne hanno diritto.
Il disegno complessivo ha numerosi aspetti positivi. Anzitutto la diminuzione dei centri di accoglienza con elevate concentrazioni di presenze che generano, soprattutto nei Comuni meno popolosi, manifestazioni di intolleranza. Ma anche il miglioramento delle condizioni di accoglienza, in quanto assicurate in appartamenti o piccoli centri collettivi che favoriscono l'integrazione nel tessuto sociale circostante. E ancora, l'attivazione di progetti di accoglienza Sprar favorisce l'economia locale, dando lavoro, anche particolarmente qualificato, sul territorio. Infatti, gli standard dell'accoglienza Sprar esigono la disponibilità di equipe di lavoro specializzate in varie discipline (assistenza sociale, psicologica, legale, eccetera) oltre alle figure degli operatori di supporto.
Insomma, gli enti locali che decidono di avviare progetti Sprar possono diventare protagonisti delle politiche di accoglienza e gestire responsabilmente il processo di integrazione cogliendo anche l'occasione di offrire lavoro qualificato sul proprio territorio. Soprattutto i piccoli Comuni devono cogliere l'opportunità di riqualificare aree abbandonate dalla popolazione locale che ha raggiunto le grandi città e impedire il ridimensionamento dei servizi pubblici come la chiusura delle scuole.
Occorre che si arrivi a considerare il fenomeno migratorio come una positiva occasione di sviluppo anziché un peso ed è questa la vera sfida che l'Italia deve vincere, anche agli occhi di un'Europa che ancora si trincera dietro regolamenti non sempre facili da rispettare, specie quando si devono fronteggiare flussi come quelli che al momento solo l'Italia sta gestendo.

Il decreto

La graduatoria per gli ordinari

La graduatoria per i minori stranieri non accompagnati

La graduiatoria per assistenza speciale

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