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Emilia officina della ricostruzione post sisma

«Questo non è un giorno di festeggiamento. È un giorno di apprezzamento di quanto fatto, un’occasione per riconfermare l’impegno per la ricostruzione e per completarla. Una ricostruzione fatta di valori e scelte e qui voi avete dato la precedenza a scuola e imprese e l’esempio di un’azione corale di comunità, con un impegno esemplare dei lavoratori. Vi voglio ringraziare, perché questo ci consente di guardare con dolore a quanto avvenuto ma anche con fiducia al futuro». Sono queste le parole con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto ieri alla gente di Mirandola e di Pieve di Cento, due dei 33 comuni nel cratere sismico dell’Emilia, riunita per ricordare i cinque anni dalle due scosse del 20 e 29 maggio 2012 che hanno causato 28 morti, 300 feriti, 45mila sfollati e 13 miliardi di euro di danni.
Tra cui 5 miliardi di danni sono stati inferti al cuore produttivo del Paese, un’area che vale il 2% del Pil nazionale, con quasi 48mila imprese (11mila capannoni industriali) e 187mila addetti. Ma già dodici mesi dopo il terremoto il sistema Emilia era tornato ai livelli di attività pre-crisi e oggi la regione sta trainando l’economia nazionale con tassi di crescita del Pil all’1,4% e un tasso di disoccupazione del 6,9%. Rispetto allo sprint industriale la ricostruzione è avanzata più lentamente: a oggi sono state concluse solo le pratiche Sfinge per il ripristino delle fabbriche, 1,75 miliardi di euro concessi (meno della metà liquidati), mentre a fine ottobre si completerà l’iter sulla piattaforma Mude per richiedere aiuti per abitazioni, negozi, uffici, 10mila domande finora pervenute per altri 2,1 miliardi di euro di contributi. «Tempi lunghi al fine di garantire equità, legalità, qualità e trasparenza, ma vediamo il traguardo finale. Stiamo terminando le concessioni, nessuna famiglia vive più nei moduli provvisori, anche se c’è ancora un 10% dei nuclei che deve tornare nella propria casa, ma è soprattutto sulla ricostruzione pubblica, dei beni religiosi e dei centri storici che dobbiamo recuperare il ritardo», afferma il governatore Stefano Bonaccini. Intervenuto assieme al capo dello Stato prima nel nuovo complesso scolastico di Mirandola, epicentro modenese del sisma, e poi in quello di Pieve di Cento, nel Bolognese, per il taglio del nastro della nuova Casa della musica, una delle cinque opere finanziate grazie alla solidarietà di lavoratori e imprese: il progetto di Confindustria, Confservizi, Cgil, Cisl e Uil che ha raccolto 7,77 milioni di euro di donazioni .

La ricostruzione
Sono le scuole il luogo simbolo della rinascita e del futuro dell’Emilia (417 quelle risistemate dopo il sisma, 118 quelle costruite ex novo), e sono le decine di bambini che sventolano il tricolore davanti a Mattarella il messaggio di fiducia, coesione sociale e innovazione che il territorio vuole dare alle popolazioni oggi alle prese con la ricostruzione in Centro Italia. «Ce la si può fare a ripartire meglio e più forti di prima, l’esperienza ci ha insegnato che con impegno collettivo e unità di intenti si può trasformare un evento drammatico in una nuova opportunità di crescita e benessere. Dopo il terremoto dei capannoni nessuna impresa se ne è andata, i bambini sono tornati subito sui banchi di scuola e i lavoratori nelle fabbriche», ricorda Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, il cui mandato - ora al termine - ha coinciso con i cinque anni post emergenza .
«Questa giornata ci deve ricordare ancora una volta la fragilità del territorio nazionale. Tre anni prima del sisma in Emilia c’era stato il terremoto dell’Aquila, quattro anni dopo quello del Centro Italia. Questi eventi richiamano l’esigenza di curare il nostro territorio e mettere in sicurezza le sue strutture abitative e produttive. Le condizioni di sicurezza con cui avete ricostruito qui vanno realizzate anche nelle zone di recente colpite», è il monito lanciato da Mattarella. Al suo fianco, silenzioso tra gli applausi, l’ex governatore Vasco Errani, commissario straordinario alla ricostruzione prima dell’Emilia e ora del Centro Italia. Artefice di un nuovo approccio, prima di tutto normativo, alla ripartenza dopo una calamità.

Il progetto inedito
Così come inedito è il progetto plasmato dal sistema industriale e sindacale per veicolare i 7,77 milioni donati da imprese e lavoratori, che ha dato vita al primo Trust con forma di Onlus in Italia “Nuova Polis” (con esenzione dall’imposta di donazione) e regalato alle comunità terremotate cinque “pillole di bellezza”: cinque costruzioni uniche per originalità, sostenibilità, innovazione, progettate da sei architetti emiliani under 30, assieme allo studio di Mario Cucinella, con l’obiettivo di offrire spazi di socializzazione e creatività in risposta a precise istanze locali: la Casa della musica di Pieve di Cento inaugurata da Mattarella ieri assieme - simbolicamente - al Centro sport e cultura di Bondeno (Ferrara) alla Scuola di danza di Reggiolo (Reggio Emilia) e al Centro di co-working di Quistello (Mantova). Entro fine anno sarà varata l’opera più imponente e complessa, una residenza per disabili gravi a San Felice sul Panaro (Modena).

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