Amministratori

Le quattro proposte di Legambiente per fronteggiare l’emergenza

di Alessandro Vitiello

Porta a porta, tariffa puntuale, impianti anaerobici e centri di riuso. Nel pieno dell'emergenza raccolta dei rifiuti a Roma e del conseguente scontro politico, inasprito dall’ex premier Matteo Renzi che ha annunciato la calata delle #magliettegialle per domenica prossima , Legambiente rilancia la sua proposta in quattro punti per liberare la capitale dalla spazzatura.
Il piano prevede innanzitutto di intensificare la raccolta porta a porta, che per l’associazione ambientalista nell’ultimo anno non è aumentata nemmeno di un’utenza.
Quindi puntare sugli impianti anaerobici per la gestione dell'organico e la produzione di biometano, in considerazione del fatto che la frazione «biologica» è il 30% del totale dei rifiuti cittadini e che quando la raccolta differenziata raggiungerà il 65% previsto dalla legge ne saranno necessari almeno dieci per smaltire le 500mila tonnellate all’anno prodotte dalla città. I digestori anaerobici per il trattamento dell'organico e la produzione di biometano, sottolinea Legambiente, sono impianti piccoli, a zero emissioni e miasmi.
La terza mossa è la costruzione di centri di riuso, capaci di dare nuova vita a oggetti altrimenti destinati a diventare rifiuti e così alimentando anche il mercato dell’usato in maniera legale.
Infine, l’applicazione della tariffa puntuale, che sta già dando buoni risultati in diverse città anche grandi, come Parma. Le legge regionale, tra l’altro, obbliga i Comuni laziali al passaggio a questa modalità di tariffazione.

La dichiarazione
«Ancora oggi – ha spiegato Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - 160 autoarticolati fanno viaggiare i nostri rifiuti verso il nord Italia e alcuni Stati esteri, con spesa evidentemente enorme per la collettività e siamo passati dalla dittatura delle discariche e del sistema Malagrotta, dopo la sacrosanta chiusura della più grande discarica d'Europa, a quella del fuori ambito; ognuno faccia oggi il proprio compito senza pensare a termovalorizzatori o nuove discariche, la Regione continui a spingere la legge per la tariffa puntuale così come il piano che emerge dal fabbisogno impiantistico del 2016, il Comune innesti un cambio di rotta ormai indispensabile sul quale, francamente, nell'ultimo anno e mezzo non c'è stata alcuna novità positiva. Scontiamo e sconteremo per anni la mala gestione complessiva degli ultimi decenni e la poca determinazione delle azioni positive messe in campo in passato sul ciclo dei rifiuti a Roma, ma attraverso una responsabilità collettiva che tutti devono assumere, bisogna portare la capitale ad avere porta a porta ovunque entro il 2017 e un ciclo virtuoso che va assolutamente avviato».

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