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Sicurezza urbana, spaccio e alcool nel mirino dei sindaci

Contrastare lo spaccio di droga, l’abuso di alcool, le occupazioni di edifici e i parcheggiatori abusivi. Sono queste le priorità dei sindaci, all’indomani della conversione in legge del decreto sulla sicurezza urbana, voluto dal ministro dell’Interno del Pd Marco Minniti (Dl 14/2017 convertito dalla legge 48, in vigore da sabato scorso). Il provvedimento rafforza gli strumenti a disposizione dei primi cittadini per contrastare le situazioni che rischiano di degenerare. E se finora i sindaci hanno messo in campo le nuove sanzioni pecuniarie (da 100 a 300 euro) e gli ordini di allontanamento per 48 ore (“mini-Daspo”), soprattutto per colpire chi impedisce l’accesso alle stazioni, ora che il testo del decreto è definitivo si stanno studiando interventi più strutturati.

Le prossime ordinanze

A Milano si stanno definendo i contenuti del nuovo patto per la sicurezza urbana da stilare con il prefetto: «Vogliamo eliminare i pusher di strada - spiega l’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza (Pd) - e i furti in appartamento nelle periferie. E responsabilizzare - prosegue - i proprietari dei distributori automatici di alcolici e dei locali aperti tutta la notte. Non vogliamo un coprifuoco, ma se, ad esempio, diventano luoghi di spaccio di droga, li chiuderemo al massimo per 30 giorni. Dopo tre chiusure, la licenza può essere revocata».
Pensa al potere di chiudere i locali frequentati male anche il sindaco di Prato, Matteo Biffoni (Pd): «Il decreto non è la panacea di tutti i mali - osserva - ma è un passo avanti. Per chiudere un locale frequentato dagli spacciatori, ad esempio, nonostante gli esposti dei vicini, finora era necessario un lungo percorso, con indagini della polizia locale e prove “robuste”. Altrimenti, nove ordinanze di chiusura su dieci erano impugnate davanti al Tar. Ora intervenire sarà più facile».
A Torino «sono allo studio interventi sulle aree della movida - dice la sindaca Chiara Appendino (M5S) - da concertare con le associazioni di categoria e i residenti ma le priorità saranno stabilite nei prossimi giorni con il prefetto». Più definita la strategia del sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), che questa settimana varerà le ordinanze per vietare la vendita degli alcolici da asporto oltre le 21 nel quartire Garibaldi, alle spalle di piazza della Repubblica. Chi le viola rischia sanzioni pecuniarie, sospensione temporanea (e poi revoca) della licenza fino alla chiusira definitiva. «La proliferazione dei minimarket che vendono alcolici e superalcolici a bassissimo prezzo - dice Nogarin - generata dalle liberalizzazioni ha fatto impennare gli episodi di microcriminalità: spaccio, risse, furti, che non avevamo gli strumenti per contrastare. Ora le ordinanze non dovrebbero essere annullate dal Tar».
Posteggiatori abusivi e movida selvaggia usata per coprire comportamenti illeciti come lo spaccio sono i fronti su cui intende agire il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha incaricato gli uffici di mettere a punto provvedimenti da approvare nelle prossime settimane. A Napoli, il sindaco Luigi De Magistris sta lavorando di persona ad alcune ordinanze «molto particolari» che usciranno a inizio maggio e punteranno su decoro urbano e rispetto del territorio. E Andrea Cassani, primo cittadino di Gallarate (Lega Nord) dovrebbe varare un’ordinanza per limitare l’accattonaggio, anche sanzionando chi fa l’offerta.

I limiti del «mini-Daspo»

Cassani è stato il primo sindaco a recepire con un’ordinanza ad hoc le sanzioni pecuniarie e gli ordini di allontanamento e finora ha emesso una decina di provvedimenti contro «chi consuma alcol e bivacca fuori dalla stazione», spiega. «Hanno funzionato - dice - e non abbiamo avuto recidive ma non avremmo avuto strumenti per affrontarle. Sarebbe stato necessario sanzionare le violazioni con una misura simile all’articolo 650 del Codice penale, che punisce anche con l’arresto chi non osserva i provvedimenti dell’autorità». Anche per Nogarin «il fatto che chi viola l’allontamento rischi, in base al decreto Minniti, solo una sanzione pecuniaria lo rende inefficace perché il punto di partenza era proprio il fatto le multe per alcuni soggetti non servono. Spero che, in futuro, siano introdotte sanzioni penali».

Prefetti e questori

Incontra il favore dei sindaci il fatto che il prefetto possa assicurare il concorso della forza pubblica per eseguire i provvedimenti di sgombero degli immobili occupati abusivamente, ferma restando la tutela delle famiglie in situazioni di disagio economico e sociale.
Sul fronte della lotta alla droga, il decreto dà anche un nuovo potere ai questori: la possibilità di vietare l’accesso ad alcune zone, da uno a cinque anni, per gli spacciatori condannati definitivamente o in appello negli ultimi tre anni. Il questore di Firenze Alberto Intini è stato il primo a usare questo strumento, nei confronti di due cittadini stranieri, ai quali è stato inibito l’accesso alla zona di Piazza Santo Spirito. «Le nuove norme potrebbero essere migliorate in due punti - osserva Intini - : intanto, la platea dei soggetti che possono essere sottoposti a questa misura è molto limitata dalla necessità di una condanna definitiva o almeno in secondo grado negli ultimi tre anni. Inoltre, in caso di mancato rispetto del divieto, scatta la sanzione da 10mila a 40mila euro e la sospensione della patente da sei mesi a un anno. Spesso però - aggiunge il questore - gli spacciatori sono cittadini extracomunitari che non possono pagare la multa, né hanno la patente».

Il decreto legge 14/2017 convertito in legge

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