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Identità digitale, lo Spid non sfonda

Avanti a piccoli passi. È il ritmo di diffusione di Spid all’interno della pubblica amministrazione. Se a fine 2017 erano 3.866 le amministrazioni che avevano reso accessibili i propri servizi tramite l’identità digitale, ora ce ne sono circa 300 in procinto di aggiungersi. Aumento in parte attribuibile alla crescita contenuta ma progressiva che Spid ha avuto da due anni a questa parte - il sistema pubblico di identità digitale ha debuttato a marzo 2016 - ma in altra parte ascrivibile all’obbligo introdotto con le ultime modifiche al codice dell’amministrazione digitale (Cad).

Il decreto 217/2017 ha, infatti, previsto che dal primo gennaio i cittadini in possesso di Spid hanno il diritto di accedere con l’identità digitale ai servizi online della Pa. Si tratta, in realtà, di un rovesciamento di prospettiva, perché già il decreto che ha fissato le regole di Spid (il Dpcm 24 ottobre 2014) prevedeva un simile obbligo, ma visto dal versante della pubblica amministrazione. In altre parole, allora si chiedeva alla Pa di aderire a Spid entro i 24 mesi successivi all’accreditamento del primo gestore di identità digitale. Fatto che è avvenuto a fine dicembre 2015, quando si sono accreditati sia Infocert sia Poste (ora i gestori di Spid sono otto).

Dunque, entro la fine del 2017 le pubbliche amministrazioni dotate di servizi online avrebbero dovuto aprirsi all’identità digitale. In questi due anni è invece accaduto che il numero di identità digitali rilasciate sia molto al di sotto delle aspettative : poco più di 2 milioni contro i dieci milioni previste dal Governo a fine 2017. E anche la Pa si è dimostrata lenta a recepire la novità dell’identità digitale: al momento sono accessibili con Spid 4.371 servizi di poco più di 3.800 amministrazioni.

Da qui la novità introdotta nel Cad: vedere quello che prima era un obbligo per le amministrazioni come un diritto per i cittadini di pretendere l’accesso ai servizi della Pa attraverso l’identità digitale. Cambio di prospettiva che, a giudicare dai primi numeri,sembra aver smosso le acque. Ma solo in superficie. Si è, infatti, ancora ben lontani dall’obiettivo di avere tutte le Pa a portata di Spid: un bacino di almeno 15mila soggetti. Pur eliminando le Pa che non offrono servizi online, le 4.166 amministrazioni ora in linea con l’obbligo restano una parte dell’universo pubblico.

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