Imprese

In Sardegna siti turistici al posto delle miniere

La Regione cede le miniere dismesse con un obiettivo: trasformarle in siti turistici. La nuova vita dei compendi minerari, 170 sparsi su tutto il territorio regionale, passa per turismo, escursionismo e nuove attività produttive. Al di là delle aree in cui c’è ancora operatività, l’amministrazione regionale, titolare delle concessioni minerarie, ha avviato un programma che prevede la cessione dei beni ex minerari alle amministrazioni comunali per consentirne un riutilizzo produttivo, grazie alla creazione di percorsi turistico-museali e conseguente rilancio delle attività imprenditoriali delle aree interessate. «Il ruolo delle miniere non è più quello del passato, occorre far crescere nuove attività economiche legando il fascino dei siti e dell’ambiente in cui si trovano all’attrattività turistica – dice Mariagrazia Piras, assessore regionale dell’Industria –. Abbiamo un patrimonio inestimabile composto da oltre 170 siti sparsi in tutta l’Isola. La maggior parte può essere rilanciata, creando sinergie tra i diversi territori e azioni mirate di marketing anche per la valorizzazione dei prodotti dell’agroalimentare».
Per la responsabile del settore industria della regione «servono progetti e azioni di programmazione da parte delle amministrazioni locali: la Regione è disponibile a sostenerli, non solo economicamente».

I casi
Per sostenere la sua tesi, l’assessore regionale parte da alcuni casi che interessano sia il Sulcis sia il Nuorese. Nello specifico le miniere a picco sul mare di Masua e Buggerru e, per quanto riguarda il nuorese, Gadoni dove la storia del paese è intrecciata con quella dell’ex miniera di Funtana Raminosa, in attività fin dal periodo prenuragico. In questo caso la Regione sta portando avanti le procedure per la chiusura definitiva del sito e il passaggio dei beni ex minerari al Comune: la pratica si dovrebbe concludere entro tre mesi. «Il nostro obiettivo è replicare in altre zone della Sardegna, per esempio Gadoni e l’ex miniera di Funtana Raminosa, quanto già accade nell’Iglesiente, dove a Buggerru e Iglesias, che ospitano i siti di Porto Flavia e Galleria Henry, ogni anno transitano decine di migliaia di visitatori – argomenta ancora l’assessora –. Tutto ciò si traduce in ricadute enormi per l’economia dei paesi e di interi territori dando la possibilità di innescare processi di sviluppo virtuosi, con la creazione di imprese legate al commercio, al turismo e alla ristorazione».

Una svolta che potrebbe anche «contrastare lo spopolamento delle zone interne e creare nuove occasioni di sviluppo». Alla riconversione si deve aggiungere il piano bonifiche che interessa i compendi minerari, su molti dei quali sono stati definiti gli interventi ed è in programma, a breve, l’apertura dei cantieri.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©