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Ispra studia sistemi di sondaggio più green

Al posto dell’airgun, nei mari del Salento la ricerca petrolifera potrebbe avvenire con «tecnologie alternative che utilizzano sorgenti a zero impatto sull’ambiente». Gli airgun sono cannoni ad aria compressa che scandagliano i fondali attraverso onde sismiche sottomarine mentre l’Ispra ora indica possibilità diverse. E così il ministero dello Sviluppo economico ha insediato un gruppo tecnico che dovrà effettuare «un supplemento di valutazione circa le indagini geofisiche relative alle prospezioni nell’area del Mar Ionio al largo delle coste salentine finalizzate alla ricerca nel settore degli idrocarburi».

Nel nuovo conflitto che si è aperto tra Palazzo Chigi e Regione Puglia dopo i casi Ilva e Tap, il Mise prova dunque a lanciare un segnale distensivo. Da vedere, però, se basterà perché Regione Puglia, Provincia di Lecce e sindaci del Salento hanno già alzato gli scudi. Nel mirino è il via libera arrivato dal ministero dell’Ambiente per fare ricerche petrolifere in due aree di mare prospicienti una serie di Comuni, sia ionici che adriatici: da Gallipoli a Ugento e da Otranto a Castro (si veda altro articolo in pagina). In cantiere un ricorso al Tar ma anche, forse, una legge regionale per legare a nuovi vincoli il rilascio dei permessi di esplorazione.

A spingere per una legge sono i sindaci salentini e la Provincia di Lecce. E il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato: «Non molleremo sui permessi di ricerca petrolifera in mare. Cosa accadrà quando qualcuno proverà a sondare il mare del Salento con l’airgun sconvolgendo flora, fauna e struttura geologica del fondo marino»? «Ma – chiarisce il vice ministro Mise, Teresa Bellanova – nessuna attività può avere luogo su quell’area». Prima c’è il lavoro degli esperti e solo dopo, evidenzia, «avendo a disposizione tutti gli elementi di valutazione, potrà essere detta l’ultima parola». Per il vice ministro «è evidente la necessità di contemperare la sicurezza delle coste e dei mari, considerata prioritaria, con le attività di ricerca». Di qui l’insediamento del gruppo di esperti.

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