Imprese

Mezzi pesanti, immatricolazioni più veloci con la riforma Madia

Anche i mezzi pesanti potranno essere immatricolati, rivenduti e “aggiornati” con il procedimento “rapido” consentito dallo Sportello telematico dell’automobilista (Sta), che per i mezzi leggeri è a regime dal 2004. Lo stesso accadrà per la nazionalizzazione (cioè l’immatricolazione in Italia) di mezzi con targa di Paesi extra Ue. Non c’è ancora alcuna norma che le preveda, ma queste novità appaiono inevitabili alla luce del riordino delle pratiche automobilistiche cui è dedicato lo schema di decreto legislativo di attuazione della riforma Madia della pubblica amministrazione (si veda l’articolo pubblicato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 2 marzo 2017).

Le modifiche allo sportello
Lo Sportello, istituito dal Dpr 358/2000, oggi non tratta le pratiche più complesse, che sono soprattutto quelle relative ai mezzi pesanti perché gli aspetti tecnici si intrecciano non solo con quelli amministrativi legati alla proprietà, ma anche con quelli sull’esercizio dell’attività di autotrasporto. La parte più gravosa di ciascuna di queste pratiche e delle nazionalizzazioni (che richiedono anche un controllo visivo del veicolo) compete alla Motorizzazione, che però le gestisce sempre più a fatica, per la carenza di personale. Ciò non cambierà con la riforma e il Dlgs all’esame del Parlamento prevede anche la riscrittura del Dpr 358/2000. Se ne deduce che essa si risolverà nel far gestire attraverso le procedure dello Sta tutte le tipologie di pratiche possibili. Contando sul fatto che ora sono disponibili tecnologie migliori.
Quindi dovrebbero entrare nel regime dello Sta le operazioni sui veicoli che oggi ne sono escluse. Continueranno a rimanerne fuori solo quelle che hanno un contenuto quasi completamente tecnico, come le revisioni e i collaudi.
A livello di prima immatricolazione, quindi, potrebbero entrare nello Sta i rimorchi di autoveicoli con massa superiore a 6 tonnellate, i veicoli per i quali l’intestatario deve avere i titoli autorizzativi o l’iscrizione negli albi (vi rientra anche il noleggio senza conducente), quelli per i quali è previsto il collaudo o il rilascio di un certificato di approvazione, quelli per i quali è richiesta l’annotazione dell’usufrutto o del patto di riservato dominio, quelli che comportano la stampa sulla carta di circolazione di un numero di intestatari superiori a due, quelli il cui valore di peso, tara, cilindrata e/o portata è superiore a 9999, quelli di iscritti nei registri Aire (Anagrafe italiani all’estero) o di cittadini Ue non residenti in Italia (che hanno solo la residenza normale o un rapporto stabile con l’Italia).
Elenco analogo per i rinnovi di immatricolazione, con l’aggiunta dei veicoli senza la precedente carta di circolazione o che ce l’hanno con annotazioni manuali non registrate informaticamente.
Tra i passaggi di proprietà dell’usato, dovrebbero entrare nello Sta i veicoli soggetti a titolo autorizzativo o iscrizione in albi, quelli con cambio d’uso, quelli per i quali è richiesto il collaudo o il certificato di approvazione, quelli con più di dieci intestatari o senza certificato di proprietà o d’epoca e i rimorchi degli autoveicoli oltre le 6 tonnellate. Da vedere se saranno incluse anche le pratiche particolari di competenza del Pra, come quelle con salto di continuità delle trascrizioni (ex articolo 2688 del Codice civile) e quelle fatte annotare dal venditore rimasto intestatario per omissione dell’acquirente.
Potrebbero entrare anche la variazione della ragione sociale e della denominazione della società sulla carta di circolazione.

Lo schema del decreto su Aci-Pra

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©