Appalti

Camanzi (Art): «Prezzi Av a -20%, concorrenza da estendere»

Le tariffe per i passeggeri dell’Alta velocità tagliate in 5 anni del 20% con un aumento del 18% dei posti offerti, del 27,7% dei passeggeri e del 18,4% dei ricavi da traffico. Ma anche la presenza in tutte le stazioni Av di biglietterie e servizi dei concorrenti Frecciarossa e Italo. Sono i dati con cui Andrea Camanzi, presidente dell’Autorità per la regolazione nei trasporti (Art), che ieri ha tenuto alla Camera la Relazione annuale davanti al capo dello Stato Mattarella, spiega la concretezza dei risultati prodotti dalla concorrenza regolata nell’alta velocità. Non azioni di bandiera e principi, ma atterraggio concreto nelle vite di chi viaggia.In altri settori del trasporto, la regolazione dell’Autorità provoca efficienza collegando le tariffe agli investimenti. È il caso - dice Camanzi - degli aeroporti dove coesistono un «modello Art» che ha portato crescita del traffico del 9,1% nel 2017 e un costo unitario per volo di 15,3 euro, e un «modello in deroga» dove la crescita del traffico è stata del 3,6% e il costo unitario di 26,1 euro. Tra le deroghe c’è Adr che però attribuisce il rallentamento all’effetto Alitalia. «Deroghe» anche con riferimento alle autostrade, per cui Art ha competenza solo sulle nuove concessioni: Camanzi chiede di cessare il doppio regime per rendere uniforme la regolazione.

Il messaggio più forte è che bisogna esportare concorrenza e regolazione ovunque possibile per consentire ad altri viaggiatori di usufruire di questi benefici: il trasporto ferroviario regionale, il trasporto locale, i servizi di taxi (dove uno studio dimostra che in dieci anni il numero di licenze è rimasto bloccato), nel trasporto merci. Ma c’è un secondo messaggio di Camanzi che potrebbe interessare il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, impegnato in analisi costi-benefici a tutto campo sulle infrastrutture in programma. Nella figura 51 del Rapporto al Parlamento l’Autorità sottolinea come in Italia sia ancora basso, rispetto agli altri Paesi europei, il numero di treni-chilometro per chilometro di rete. In Germania siamo a 19, in Italia a 6. Che significa? Che è ancora bassa la capacità di trasporto e di servizio delle nostre infrastrutture, che non vengono sfruttate a pieno, spesso per una arretratezza tecnologica. C’è molto da fare, quindi, per estrarre dalle nostre reti più servizi. A volte la tecnologia è alternativa all’opera e l’utente della mobilità è sempre più centrale.

L’altro tema rilanciato da Camanzi è quello delle piattaforme digitali (oggi Fs annuncia la sua) che non solo aumentano capacità di vendita di biglietti ma consentono il decollo di una nuova industria dei servizi di mobilità che integra i vettori rendendo la mobilità (da punto a punto) un bene vendibile in sé. Intermodale prescinde ormai dall’infrastruttura o dal trasporto nella loro fisicità ed è invece integrazione tramite informazione. «Per far funzionare questa nuova industria, bisogna rendere accessibili i dati e le informazioni a tutti, proprio come abbiamo fatto con le infrastrutture», dice Camanzi.

Toninelli ha mostrato grande interesse per i messaggi dell’Art. «Sto lavorando duramente - ha detto - con una missione cheè un chiodo fisso in testa: rendere sempre migliore il modo di viaggiare degli italiani, più comodo, più sicuro, più sostenibile per l'economia e l'ambiente. I modelli di mobilità stanno cambiando e noi dobbiamo puntare sulle fonti pulite, su servizi di sempre maggiore qualità, sulla condivisione dei mezzi, su una diversificazione legata alla intermodalità e multimodalità. In relazione a tutto questo, l’Autorità è un soggetto importante e interlocutore prezioso».

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