Personale

Legittima la sospensione del dipendente che non rispetta l’orario di lavoro

di Ulderico Izzo

Per il Tar Campania è legittima la sospensione dal servizio di un dipendente che reiteratamente viola l'obbligo dell'osservanza dell'orario di lavoro (continui ritardi in ingresso), che è un adempimento dell'obbligo di lealtà e diligenza.
Questo il principio della sentenza n.780/2018.

Il fatto
Il dipendente di un'Autorità indipendente ha impugnato la delibera del Consiglio di disciplina che gli commina la sanzione di un giorni di sospensione dal servizio, per ripetute violazioni dell'obbligo di osservanza dell'orario di lavoro, cosa che avrebbe generato gravi ripercussioni sull'organizzazione del lavoro.
Il giudice amministrativo del capoluogo partenopeo ha avallato la legittimità del provvedimento del datore di lavoro.

La decisione
La sentenza del Tar non ritiene valida la tesi del dipendente, il quale, pur avendo una flessibilità in ingresso, ha affermato che il suo comportamento non abbia affatto integrato una violazione dei doveri di ufficio sanzionabile in maniera disciplinare, dal momento che i ritardi dati in ingresso comporterebbero solo obbligo di recupero.
Il giudice ha precisato, in modo inequivoco, che l'osservanza dell'orario di lavoro costituisce un adempimento agli obblighi di lealtà e di diligenza.
Vale la pena di ricordare che con la circolare 16 febbraio 1994 n. 3 della funzione pubblica, cosiddetta circolare Cassese è stata fatta anche chiarezza tra orario di lavoro e orario di servizio. L'orario di lavoro è la misura della prestazione lavorativa: è il periodo di tempo giornaliero durante il quale il dipendente assicura la propria prestazione nell'ambito del rapporto di servizio. Si tratta del cardine del contratto di lavoro, in quanto stabilisce la durata della prestazione lavorativa, svolgendo, al tempo stesso, una funzione di tutela dell'integrità psico-fisica del dipendente.
L'orario di servizio, invece, è il periodo di tempo giornaliero necessario per assicurare la funzionalità delle strutture degli uffici pubblici e l'erogazione dei servizi all'utenza.
Chi è alle dipendenze di una pubblica amministrazione è tenuto al rispetto dell'orario, perché la inosservanza determina una fattispecie a rilevanza disciplinare, come affermato anche dalla Suprema Corte, in quanto la flessibilità dell'orario di lavoro non giustifica i continui ritardi.

Conclusioni
Il giudice amministrativo giunge alla conclusione che il ritardo, ove reiterato e sistematico, è un comportamento immediatamente percepibile dal lavoratore perché contrario al minimo obbligo di lealtà e buona fede nel rapporto di lavoro subordinato. Diversamente opinando, sarebbe consentito al dipendente compiere una modifica unilaterale di un obbligo fondamentale, anche al di là della flessibilità, pur ampia, consentita e consentibile.

La sentenza del Tar Campania n. 780/2018

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