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Sì del Senato al disegno di legge sul whistleblowing

Semaforo verde del Senatoal whistleblowing. Il Ddl sulle segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico e privato ha avuto ieri il via libera (con modifiche) di palazzo Madama con 142 sì, 61 no e 32 astenuti. La norma, che passa ora alla Camera, prevede il divieto di ritorsioni e discriminazioni per i dipendenti, ma non solo, che segnalano. Il Ddl tutela chi “denuncia”, all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) o all’autorità giudiziaria, gli illeciti, di cui è venuto a conoscenza grazie al rapporto di lavoro.

Il whistleblower, la cui identità non va rivelata, va messo al riparo da sanzioni, demansionamenti, licenziamenti, trasferimenti e da misure organizzative in grado di incidere negativamente sulla sua posizione.
Spetta al datore di lavoro dimostrare che eventuali scelte «discriminatorie» non sono collegate alla segnalazione.

Il sì al Ddl “anticorruzione”- che ha avuto anche il “supporto” di di 58 mila firme tra cui quella del presidente dell’Anac Raffaele Cantone - è stato accolto con soddisfazione dal presidente del Senato Pietro Grasso, che ha parlato di un passo importante: «ora - ha detto Grasso - il Ddl passa a Montecitorio dove spero sarà convertito presto in legge». Sulla stessa linea la presidente della commissione giustizia della Camera Donatella Ferranti : «Sarà ora mio impegno assicurare, in accordo con il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, una celere calendarizzazione del provvedimento per il voto definitivo».

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