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Csm: più utilizzo per i giudici onorari

Maggiore flessibilità nell’utilizzo dei magistrati onorari . Lo chiede il Csm , nel parere approvato dal plenum, in sintonia peraltro con la commissione Giustizia del Senato. Si stringono i tempi sull’approvazione definitiva della riforma della magistratura onoraria. Il decreto legislativo è stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri e le commissioni parlamentari, con il voto al parere di Palazzo Madama, ne hanno concluso l’esame.

Le richieste di modifica del Csm
Anche il Csm però ha messo a punto un pacchetto di richieste di modifica. Che si concentrano, dopo avere ascoltato le forti preoccupazioni da parte delle Procure, su una richiesta di impiego meno rigida rispetto a quanto previsto dal decreto. Quest’ultimo, infatti, stabilisce che «l’incarico di magistrato onorario ha natura inderogabilmente temporanea, si svolge in modo da assicurare la compatibilità con lo svolgimento di attività lavorative o professionali e non determina in nessun caso un rapporto di pubblico impiego. Al fine di assicurare tale compatibilità, a ciascun magistrato onorario non può essere richiesto un impegno superiore a due giorni a settimana».
È vero, ammette il Csm, che la temporaneità e non esclusività dell’attività dei magistrati onorari è in linea sia con la disciplina costituzionale, sia con la legge delega, sia, anche, con quanto già espresso dal Consiglio in altre circostanze, tuttavia i punti critici messi in luce dal parere sono sia formali sia di sostanza. A partire dalla nozione di impegno,che appare al Consiglio troppo generica; ne andrebbe invece precisato il contenuto, chiarendo se ci si intende riferire all’attività di udienza o al lavoro complessivo da svolgere, in udienza e fuori udienza, o, anche entrambi i parametri.

L’impegno lavorativo
Ma il punto fondamentale è che l’utilizzo part time dei magistrati onorari, appare «come inadeguato rispetto alle effettive esigenze degli uffici, requirenti e giudicanti. Infatti, attualmente, sia ai vice procuratori onorari sia ai giudici onorari di Tribunali si chiede un impegno lavorativo che va molto spesso al di là dei due giorni di lavoro a settimana sicché limitarne l’impiego in questi termini (un giorno d’udienza ed un giorno - o anche un giorno e mezzo - per la preparazione dell'udienza e/o per lo studio dei relativi fascicoli e la stesura dei provvedimenti) determinerebbe una grave contrazione della produttività degli uffici, con conseguente (ulteriore) rallentamento del servizio giustizia». Analogo discorso può poi essere fatto per i giudici di pace ai quali oltretutto vengono pure aumentate le competenze.
E allora, il parere del Csm è che i paletti devono essere riferiti a un complessivo impegno lavorativo non superiore a tre giorni a settimana, comprensivo della partecipazione a non più di due udienze a settimana. Il Senato, invece, a titolo di condizione (quindi rafforzato rispetto alla camera), chiede di prevedere dal secondo quadriennio dall’entrata in vigore della riforma la possibilità di rafforzare l’utilizzazione dei magistrati onorari già oggi in servizio (oltre, quindi, le due giornate previste a regime) attraverso la valorizzazione della professionalità già acquisita e il conseguente aumento dell’indennità.
Il Csm, poi, chiede di ridurre l’incremento delle competenze previste nel settore civile, sottolineando la portata dell’intervento messo in campo con il decreto, sia pure a partire dal 2021: si tratta, per esempio, quanto alla competenza per valore di un innalzamento di 6 volte per le cause su beni mobili e di 2 e mezzo per le liti sul risarcimento del danno da circolazione.

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