Il confronto governo-sindaci parte da semplificazioni e debito - Via le sanzioni ai piccoli enti sul piano statistico
Le prove di dialogo fra i Comuni e il governo giallo-verde partono da semplificazioni e gestione del debito locale. Sono stati questi i temi al centro, ieri, dell'incontro fra il presidente dell'Anci Antonio Decaro e il viceministro all'Economia Laura Castelli, che a via XX Settembre dovrebbe avere anche gli enti locali (insieme alla finanza pubblica) fra le deleghe.
La Stato-Città
Intanto il confronto parte anche sul piano operativo, con la prima riunione della conferenza Stato-Città dove sono stati esaminati il Dpcm che distribuisce i fondi 2018 per le sentenze esecutive sulle calamità naturali (si tratta dei 20 milioni all'anno messi a disposizione fino al 2019 dall'articolo 4 del Dl 113/2016) e il decreto del Viminale che assegna gli accantonamenti del Fondo di solidarietà comunale 2017 per ripianare i conti dei Comuni medio-piccoli. Sul primo punto, gli amministratori locali sono tornati a sottolineare i problemi del meccanismo, che prevedendo l'aiuto solo nei casi in cui il valore della sentenza esecutiva supera il 50% della spesa corrente del Comune ha aperto l'ombrello solo per sette enti. Per queste ragioni, i Comuni chiedono di abbassare la soglia al 30%, e di ampliare il finanziamento a 40 milioni all'anno estendendolo anche al 2020 e al 2021. Importante il passaggio in Conferenza sul piano statistico nazionale, che ha avuto il via libera dei Comuni con la raccomandazione di eliminare le sanzioni a carico dei piccoli enti che non hanno rispettato le scadenze nell’invio delle informazioni.
Pressing sulla semplificazione
La prima chance per intervenire è rappresentata dal primo decreto legge in cantiere del governo Conte, che nella sua fase preparatoria si sta rapidamente trasformando in un “omnibus” e al capitolo enti locali dovrebbe vedere prima di tutto la norma sblocca-avanzi (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri). Sempre lì si giocherà la partita sulle altre richieste degli amministratori locali ricordate ieri in Conferenza Stato-Città, a partire dalla trasformazione da obbligo in facoltà per la tenuta della contabilità economico-patrimoniale per tutti i Comuni fino a 5mila abitanti: una bandiera della “tregua burocratica” chiesta a gran voce all'interno del pacchetto “liberiamo i sindaci”. Sulla gestione del debito, invece, gli amministratori locali sono tornati a chiedere la possibilità di ristrutturazione dei contratti più antichi, schiacciati da tassi di interesse ormai fuori mercato, sulla falsariga del buyback permesso tre anni fa alle Regioni.