Fisco e contabilità

La risoluzione al Def: stop Iva, rispettare gli impegni Ue 2019

La richiesta di impegno al governo ad «assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia», e «riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica» con l’obiettivo di «individuare gli interventi prioritari per dare attuazione alle linee programmatiche» indicate dal premier Giuseppe Conte alle Camere. Il tutto, però, «nel rispetto degli impegni europei sui saldi di bilancio 2018-2019».
La risoluzione di maggioranza sul Def che arriverà martedì prossimo al voto di Camera e Senato corre su un equilibrio sottile. E non nasconde i «rischi di sovrastima della crescita» scritta nel Documento programmatico ereditato dal governo Gentiloni, in linea con i segni di raffreddamento dell’economia evidenziati da Ocse, Fmi e Istat. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe offrire argomenti ai sostenitori di misure anticicliche “spinte” sul piano fiscale.

Def al via
La bozza di risoluzione spunta poche ore dopo il vertice che a Palazzo Chigi ha ospitato il primo confronto fra il presidente del consiglio, il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, quello degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il titolare degli Affari europei Paolo Savona. Dall’incontro non escono commenti ufficiali, ma viene fatto trapelare l’obiettivo di «cambiare la musica» nei rapporti con Bruxelles. E giusto oggi parte l’azione internazionale del ministro Tria, in una due giorni che lo vedrà incontrare prima il collega francese Bruno Le Maire a Parigi e poi il tedesco Olaf Sholz a Berlino. Un mini-tour europeo per «avviare un dialogo costruttivo», spiegano dal Mef, sui conti italiani ma anche sui dossier in discussione per la governance europea, che nel giudizio di Tria (e non solo) è oggi troppo concentrata sul deficit e troppo disattenta alle violazioni speculari sugli eccessi di surplus.
I lavori sulla politica economica sono comunque all’inizio, la fase è magmatica e l’equilibrio della risoluzione, tre pagine in tutto, punta a intrecciare la linea più prudente che si è intestato Tria con le spinte più “di rottura” che percorrono la maggioranza.

Le indicazioni del documento
Bisogna partire da qui per cogliere le tre indicazioni chiave nella risoluzione. L’impegno a «favorire il disinnesco» delle clausole che aumenterebbero Iva e accise per 12,4 miliardi dal 1° gennaio era scontato, ma per il momento non si avventura ad accennare gli ingredienti del mix fra deficit, tagli di spesa e aumenti di entrata che potrebbe essere utilizzato. Per capirlo, infatti, occorrerà prima concludere la revisione «in tempi brevi» del quadro di finanza pubblica.
Qui arriva la seconda indicazione. La maggioranza giallo-verde chiede al governo di individuare in fretta i primi passi per attuare il programma di governo enunciato al Parlamento da Conte, ma «nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi 2018-2019». Per quest’anno, in effetti, si tratta di una cautela quasi scontata, perché il decreto in costruzione per il debutto operativo del governo dovrebbe concentrarsi su misure «a costo zero».
Gli obiettivi 2019, invece, saranno al centro del confronto europeo che parte oggi e ha il suo primo appuntamento istituzionale all’Eurogruppo e all’Ecofin della prossima settimana. La bozza di risoluzione, e questo è il terzo aspetto importante, non cita però tutto il periodo di programmazione. E nulla dice sul 2020 quando i tendenziali prevedono il pareggio di bilancio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©