Fisco e contabilità

Padoan a Palazzo Chigi: il Def entro 10 giorni

Ancora una volta il percorso del Documento di economia e finanza si incrocia con lo stallo politico, ma ormai la scadenza europea del 30 aprile incombe e gli spostamenti possibili sono minimi.
Ieri il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno fatto di nuovo il punto a Palazzo Chigi, e l’Eurostat ha certificato i dati macro del 2017 confermando il deficit al 2,3% e il debito al 131,8 per cento. Questi numeri, effetto anche dei criteri di contabilizzazione degli interventi salva-banche, sono la base di partenza per il Def tendenziale che potrebbe finire in settimana sui tavoli del consiglio dei ministri. Il calendario per ora punta su giovedì, con possibile slittamento a venerdì per evitare l’incrocio con la fase finale dell’esplorazione affidata al presidente della Camera Roberto Fico (si veda il servizio a pagina 6). Ma proprio l’esito aperto del nuovo tentativo istituzionale continua a mantenere fluido il quadro; e non è esclusa a priori nemmeno l’ipotesi di rinviare l’analisi del Def alla settimana successiva sfruttando quella flessibilità sui tempi che la stessa commissione Ue si è detta disposta a concedere a un’Italia alle prese con una complicata transizione politica.

Calendario a parte, comunque, i numeri del Documento limitato al “tendenziale”, che fotografa il quadro macro-economico a legislazione vigente senza avventurarsi in impossibili impegni programmatici, sono definiti e sono stati in queste settimane al centro del confronto con l’Ufficio parlamentare di bilancio.
Per quel che riguarda il quadro macro-economico, quello su cui si esercita la valutazione dell’Upb sul Def di aprile, la crescita indicata dal governo uscente dovrebbe essere dell’1,6% per quest’anno, un decimo sopra le previsioni della Nadef dello scorso autunno, e intorno all’1,4% per il prossimo, per l’effetto recessivo delle clausole Iva. Proprio gli aumenti dell’imposta dal 1° gennaio, che tutti i principali partiti dicono di voler evitare, saranno al centro dell’analisi parlamentare del Def, che non prenderà impegni ma potrebbe ricordare come negli anni scorsi le clausole siano state quasi sempre sminate.

Sempre nell’ottica tendenziale, il Def oltre a confermare l’obiettivo di deficit 2018 allo 0,9% del Pil dovrebbe disegnare per il debito un calo deciso nel 2018-2020. Anche se nella parte analitica del testo non mancheranno cautele sulle prospettive di una crescita che rimane appesa a più di un’incognita internazionale.Intanto all’asta di venerdì torna il CctEu settennale con cedola indicizzata all’Euribor, all’interno di un’offerta che con i Btp a cinque e dieci anni potrà arrivare a 9,25 miliardi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©