Fisco e contabilità

Residui e pagamenti al centro dei controlli

In attesa dei questionari sul rendiconto 2017 e sul preventivo 2018-20, è utile puntare l’attenzione di responsabili finanziari e revisori sui rilievi mossi lo scorso anno dalla Corte dei conti. A fare il punto sulle 1623 pronunce emesse in applicazione del comma 166 della legge 266/2005 e dell’articolo 148-bis del Tuel sono i magistrati contabili nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2018.

I vincoli di finanza pubblica
Al primo posto nella lista delle criticità c’è l’inosservanza dei vincoli di finanza pubblica. Altro capitolo delicato riguarda il mancato rispetto degli equilibri di parte corrente o capitale e l’utilizzo distorto di entrate straordinarie per pagare spese di natura ripetibile.
Sono state poi evidenziate le anomalie nella gestione in conto residui (presenza rilevante di residui attivi vetusti nei Titoli I e III, significativi importi di somme iscritte a ruolo al 1° gennaio provenienti da esercizi ante 2009, residui passivi superiori al totale degli attivi con fondo di cassa pari a zero). Altre problematiche hanno riguardato la gestione di cassa: sofferenza di liquidità, mancata o erronea contabilizzazione delle anticipazioni di tesoreria , talvolta con modalità tali da alterare il risultato di amministrazione e mancata restituzione della stessa entro fine anno. Critica anche l’assenza o l’inadeguatezza del fondo per la copertura delle passività potenziali, soprattutto quando i contenziosi in atto sono rilevanti. Oggetto di rilievo anche il riconoscimento di debiti fuori bilancio o la presenza di debiti ancora da riconoscere al 31 dicembre, il mancato rispetto del limite sulla spesa di personale (in particolare per contratti flessibili), le irregolarità nella gestione dei pagamenti, in violazione dell’articolo 9 del Dl 78/2009, e la mancata adozione delle misure organizzative per garantirne la tempestività. I giudici hanno poi segnalato il mancato aggiornamento dell’inventario, il peggioramento dell’equilibrio economico rispetto al risultato dell’esercizio precedente e le irregolarità sul conto del patrimonio.

Il riaccertamento straordinario
Sul riaccertamento straordinario i rilievi hanno evidenziato l’assenza o l’inadeguatezza degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Sotto la lente anche l’utilizzo di avanzi di amministrazione liberi, spesso non disponibili e la non corretta determinazione del Fondo pluriennale vincolato, oltre alle gravi anomalie riscontrate nel calcolo della parte vincolata e di quella accantonata.

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