Fisco e contabilità

Caos contabilità economica, i Comuni chiedono la proroga al 31 luglio

di Gianni Trovati

Un decreto legge per rinviare al 31 luglio la presentazione dei documenti di contabilità economico-patrimoniale, che dovrebbero debuttare anche nei piccoli Comuni il 30 aprile prossimo, e sancirne il carattere sperimentale fino al 2020. Il tutto, ovviamente, ad opera del governo Gentiloni, perché non ci sono i tempi per aspettare la formazione di un nuovo esecutivo.
A chiedere «l’intervento normativo urgente» sono i sindaci, in una lettera di Anci e Ifel indirizzata alla Ragioneria generale dello Stato. Sale di livello, insomma, la tensione sull’avvio della contabilità economica, accompagnata dai problemi segnalati sul Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri

La richiesta
Già lo scorso anno l’avvio della contabilità economico-patrimoniale, presupposto necessario per l’adozione dei bilanci consolidati, aveva incontrato più di un inciampo nei Comuni più grandi, che hanno dovuto far partire la macchina un anno prima degli altri. Tanto è vero che la scadenza fu sdoppiata, mantenendo al 30 aprile il termine per il rendiconto “tradizionale” e rinviando a luglio i dati dell’economico-patrimoniale.
Gli amministratori locali chiedono un intervento simile quest’anno, anche perché la nuova contabilità deve partire negli oltre 5.500 Comuni fino a 5mila abitanti che hanno strutture più leggere e maggiori difficoltà nel maneggiare i nuovi principi. A differenza di quanto accade per i bilanci preventivi, però, le scadenze collegate ai rendiconti sono fissate dalla legge, e per modificarle serve un decreto: che, viste le nebbie in cui ancora si muove il nuovo Parlamento, dovrebbe essere adottato dal governo uscente.

Norme e principi disallineati
Nell’ottica degli amministratori locali, i tempi supplementari servirebbero anche per riflettere più a fondo sul sistema delle regole che devono governare la nuova contabilità, e che secondo Anci e Ifel sono viziate anche da «un rilevante disallineamento» sulle decorrenze. Il Testo unico degli enti locali (articolo 232, comma 2, introdotto dalla riforma della contabilità del 2011) afferma che gli enti fino a 5mila abitanti «possono non tenere la contabilità economica fino all’esercizio 2017»: secondo la lettura degli amministratori locali, che si estende anche alla previsione analoga all’articolo 233-bis, comma 3 dello stesso Tuel riferita al bilancio consolidato, la formula porterebbe l’avvio della nuova contabilità al rendiconto 2018, con scadenza al 30 aprile 2019. Il principio contabile applicato del bilancio consolidato (allegato 4/4 al Dlgs 118/2011) impone invece l’avvio dal 2018, in riferimento all’esercizio 2017: e senza contabilità economica il bilancio consolidato non si fa.

La sperimentazione
Ma una proroga urgente, per quanto necessaria, non basterebbe a superare le incognite strutturali sollevate dagli enti, che riguardano soprattutto la (s)proporzione fra la complessità degli adempimenti da un lato e le competenze e le necessità effettive di rendicontazione dei piccoli enti dall’altro. Per questa ragione, la proposta normativa elaborata da Anci e Ifel, oltre a chiedere di fissare stabilmente al 31 luglio la scadenza per la contabilità economico-patrimoniale, sostiene l’esigenza di considerare «sperimentale» il nuovo sistema fino al 2020 negli enti fino a 30mila abitanti, per avviare un esame tecnico e politico sulle semplificazioni necessarie per le amministrazioni più piccole.

La nota Anci-Ifel con la proposta di «intervento legislativo»

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