Fisco e contabilità

Oneri di urbanizzazione fuori dalla cassa vincolata

di Gianni Trovati

Gli oneri di urbanizzazione non rientrano fra le entrate vincolate, nonostante i tentativi normativi di re-indirizzarne l’utilizzo verso la manutenzione delle strade e del patrimonio edilizio. L’indicazione arriva dalla commissione Arconet, che nell’ultima Faq sull’armonizzazione ha etichettano le indicazioni di legge come una «generica destinazione ad una categoria di spese», che di conseguenza non rappresentano «un vincolo di destinazione specifico».

Utilizzi possibili
In questo modo, la commissione ha sciolto i dubbi dell’ultima norma sul tema, scritta nella manovra per il 2017 (comma 460 della legge 232/2016) ma in vigore solo dal 1° gennaio scorso. Per chiudere la lunga epoca degli utilizzi “liberi” degli oneri di urbanizzazione, permessi dalle proroghe continue che li hanno trasformati in un entrata generica per far quadrare i conti locali, la regola ha chiesto di impiegare i proventi da titoli edilizi e le sanzioni per un elenco preciso di destinazioni: manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione, al risanamento di centri storici e periferie, lotta all’abusivismo, aree verdi pubbliche e interventi di riqualificazione contro il rischio sismico e idrogeologico. Un elenco ampio, in cui rientrano anche le «spese di progettazione per opere pubbliche», ma «esclusivo», come precisa la stessa norma.

Le istruzioni
Tanta precisione, interviene però ora Arconet, non basta a configurare «un vincolo di destinazione specifico», e di conseguenza non impone di adeguare la cassa vincolata per conteggiare anche il versamento degli oneri ante-2018. Un’indicazione di questo tipo era ipotizzabile in base alla configurazione della norma (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 2 febbraio), ma solo le istruzioni ufficiali di Arconet hanno potuto chiudere un’incognita che rischiava di complicare ulteriormente la gestione della tesoreria.

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