Fisco e contabilità

Pronto il decreto sul fondo di solidarietà 2018 - Niente «correttivi» sui fabbisogni standard

Mentre è in arrivo l’ultima rata dei fondi 2017, si è chiuso ieri il confronto tecnico sul decreto che disciplina la distribuzione del fondo di solidarietà comunale 2018. Il testo è atteso sui tavoli politici della Conferenza Stato-Città il 9 novembre, ultimo passaggio ufficiale prima dell’emanazione. L’obiettivo del governo è pubblicare i dati entro la prima metà di novembre, per evitare troppe proroghe ai preventivi e limitarsi a un mini-spostamento tecnico che imponga agli enti di chiudere i conti entro il 31 gennaio.

L’accelerazione non trova favorevoli gli amministratori, perché chiudere il Dpcm prima della manovra significa tagliare alla radice la possibilità di modificare le regole. E confermare, prima di tutto, l’aumento di peso dei “parametri standard”, cioè della differenza tra capacità fiscali e fabbisogni che nel 2018 è destinata a guidare il 55% del fondo (da quasi 1,9 miliardi al netto dei rimborsi Imu-Tasi) dopo il 40% di quest’anno.

In pratica, gli standard dirigeranno oltre un miliardo di euro, senza modificare di oltre il 4% (in meglio o in peggio) le risorse di base come previsto dalla clausola della manovrina di primavera. Confermato anche il cuscinetto da 25 milioni per sostenere chi subirebbe tagli di troppo. Più che sugli standard, quindi, la trattativa fra governo e sindaci dovrebbe concentrarsi sugli obblighi di accantonamento nel fondo crediti, misurato sulle mancate riscossioni. Anche questa percentuale dovrebbe salire nel 2018, dal 70 all’85%, ma potrebbe arrivare un correttivo che abbassi un po’ lo scalino.

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