Fisco e contabilità

Tagli da spending review 2013 ai Comuni, tutto confermato

di Marco Rossi

Sono integralmente confermate le misure dei tagli, relative ai singoli Comuni delle Regioni a statuto ordinario (e Sicilia e Sardegna), disposte dalla spending review (Legge 135/2012) per l'importo complessivo di 2,25 miliardi di euro per il 2013, di 2,5 miliardi per il 2014 e di 2,6 miliardi a decorrere dal 2015.
È quanto ha sancito il decreto 2 maggio 2017 del ministero dell'Interno, pubblicato sulla Gazzetta Uffiiclae n. 113/2017, a conclusione dell'iter previsto dalla legge di bilancio 2017, tenuto conto del fatto che non è stata raggiunta l'intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali e che sono trascorsi i quarantacinque giorni prescritti dalla data di prima iscrizione all'ordine del giorno.

La bocciatura della Consulta
La vicenda trae spunto, come noto, dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 129/2016 che aveva sancito l'illegittimità costituzionale di tali riduzioni, dal momento che erano state disposte senza il coinvolgimento degli enti interessati e che non era prevista l'indicazione di un termine per l'adozione del decreto di natura non regolamentare del ministero dell'Interno (si veda anche il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 7 giugno 2016).
Come si ricorderà, infatti, la spending review aveva scelto di effettuare la distribuzione dei tagli sulla base di criteri (analisi della spesa da parte del commissario straordinario, analisi di costo relativi ai singoli settori merceologici, eccetera) che non ipotizzavano un'intesa con il sistema delle autonomie locali e che si sono concretamente tradotti nella considerazione dei consumi intermedi nel triennio 2010-2012, desunti dal sistema Siope.

Il rimedio della legge di bilancio 2017
Per porre rimedio alla pronuncia della Corte costituzionale, la legge di bilancio 2017 aveva introdotto un meccanismo di sostanziale «sanatoria» ex post, prevedendo che le riduzioni da applicare a ciascun Comune a decorrere dall'anno 2013 potessero essere (ri)determinate, con decreto del Ministero dell'interno, d'intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, eventualmente con le conseguenti regolazioni.

In caso di mancata intesa entro 45 giorni dalla data di prima iscrizione all'ordine del giorno della Conferenza Stato-citta ed autonomie locali della proposta di riparto delle riduzioni di cui al periodo precedente, poi, sulla base di un criterio residuale, il decreto del ministero dell'Interno avrebbe potuto, comunque, essere adottato ripartendo le riduzioni in proporzione alla media delle spese sostenute per consumi intermedi nel triennio 2010-2012, desunte dal Siope (ferma restando l'applicazione della clausola di salvaguardia per evitare scostamenti eccessivi).
L'iter disegnato dalla legge di bilancio 2017 è, in effetti stato avviato mediante lo svolgimento di alcune sedute della Conferenza Stato-città ed autonomie locali (in data 9 febbraio e 23 marzo 2017), nelle quali – però – non è stata raggiunta l'intesa prevista.
Inoltre, in data 26 marzo 2017 è scattata l'applicazione della clausola residuale, dal momento che sono trascorsi i quarantacinque giorni prescritti dalla data di prima iscrizione all'ordine del giorno, con la conseguenza che rimangono fermi i criteri già adottati in occasione dell'originaria distribuzione dei tagli.

La conferma dei tagli
Tenuto conto di quanto sopra, quindi, il decreto ministeriale ha formalmente confermato le riduzioni nelle stesse misure già determinate, rispettivamente, con i decreti ministeriali del 24 settembre 2013, del 3 marzo 2014 e del 23 giugno 2015, sulla base dei quali è stato già effettuato il riparto del fondo di solidarietà comunale a favore degli enti locali.
Non è quindi destinato a operare, in concreto, il meccanismo di revisione dei criteri di riparto delle riduzioni indicate pensato dall'ultima legge di bilancio, con la conseguenza che sono state stabilizzate le risorse assegnate a titolo di fondo di solidarietà negli anni scorsi, evitando così anche una serie di possibili conguagli che sarebbero stati da gestire sull'esercizio in corso.

Il decreto del ministero dell'Interno 2 maggio 2017

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