Fisco e contabilità

Infrastrutture, dalla manovrina 400 milioni alle Regioni per gli investimenti

di Marco Rossi

La manovra correttiva spinge sulle Regioni per realizzare gli investimenti infrastrutturali, attribuendo loro per il 2017 la quota di 400 milioni di euro (articolo 25 Dl 50/2017 ), del fondo previsto dall’ultima legge di bilancio nell'importo complessivo di 1,9 miliardi.
Il fondo, destinato a crescere nel corso degli anni (3.150 milioni per il 2018, 3.500 milioni per il 2019 e 3.000 milioni dal 2020 al 2032) ha l’obiettivo di finanziare determinati interventi di sviluppo infrastrutturale del Paese, anche per risolvere alcune questioni oggetto di procedure di infrazione da parte dell'Unione europea.

I settori privilegiati
Diversi i settori privilegiati: trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale; riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie; infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; edilizia pubblica, compresa quella scolastica fino all'eliminazione delle barriere architettoniche.
La «palla» passa così alle Regioni, per ciascuna delle quali è specificamente individuato il contributo spettante, che oscilla tra i quasi 70 milioni attribuiti alla Lombardia e i quasi 4 milioni riconosciuti al Molise, che sono chiamate a realizzare complessivamente, per il 2017, investimenti aggiuntivi per poco più di 132 milioni di euro.
Per raggiungere tale risultato, tenuto conto dei vincoli scaturenti dal nuovo sistema contabile armonizzato, entro il prossimo 31 luglio 2017 (e quindi in tempi brevissimi) le Regioni sono chiamate ad adottare gli atti finalizzati all'impiego delle risorse, anche per assicurare l'esigibilità delle corrispondenti spese entro il corrente anno.

Le condizioni
Gli investimenti, tra l'altro, per essere considerati aggiuntivi dovranno rispettare due condizioni ben determinate dalla manovra:
1) devono tradursi in una variazione del bilancio 2017/2019 per la parte investimenti almeno pari all'importo di rispettiva competenza;
2) dovranno comportare la realizzazione di uno stock di spese in conto capitale, per il 2017, superiore, per l'importo assegnato, agli investimenti eseguiti nel 2016 a valere su risorse regionali, escluse le risorse del fondo pluriennale vincolato.
Per effettuare il riscontro ex post del livello di conseguimento di tali obiettivi di realizzazione degli investimenti, poi, è prevista una specifica fase di certificazione finale.
Le Regioni, in particolare, dovranno trasmettere una attestazione specifica in tal senso alla ragioneria generale dello Stato entro il 31 marzo 2018, con un'inadempienza che può avere anche degli effetti sanzionatori.
Qualora, infatti, le Regioni non realizzino gli investimenti indicati e non conseguano, per la differenza, un valore positivo del saldo rilevante ai fini del pareggio di bilancio, saranno colpite dalle stesse sanzioni previste per il caso di sforamento del vincolo finanziario (riduzione risorse, divieto investimenti, riduzione delle indennità e altro).

All’Istruzione
Per completezza, infine, va ricordato che una quota di altri 64 milioni per il 2017 (con importi crescente negli esercizi successivi), sempre a valere sul medesimo «fondone», è attribuita dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca a province e Città metropolitane per il finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica coerenti con la programmazione triennale (con destinazione anche per adeguamento alla normativa antincendio).
Gli enti, oltre a realizzare gli interventi, sono anche chiamati a certificare la loro esecuzione entro il prossimo 31 marzo, mediante comunicazione specifica allo stesso ministero, che eviterà anche l'eventuale riversamento al bilancio dello Stato per il mancato utilizzo.

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