Fisco e contabilità

Sul fondo crediti prove di modifica per evitare il blocco della spesa

di Vincenzo Giannotti

Le regole del calcolo del Fondo crediti di dubbia esigibilità da iscrivere in bilancio stanno creando crescenti difficoltà negli enti locali. Esse rappresentano una vera e propria manovra di spending review, la più importante negli ultimi anni, tanto che l'Anci ha chiesto alla Commissione Arconet, nell'ultima recente riunione del 12 aprile 2017, di modificare l'esempio n. 5 dell'appendice tecnica al principio contabile 4.2 (si veda anche il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 1° maggio).

I fattori di criticità
La questione rilevante che sta generando un grande impatto in termini di accantonamenti, progressivamente più elevati, è data essenzialmente da due fattori: a) il primo fattore a causa della progressiva incidenza dell'accantonamento (dal 36% al 100% del valore del Fondo di ciascun Comune, tra il 2015 e il 2019) con il raggiungimento del 55% nel 2016 e il 70% nel 2017; b) il secondo fattore, desumibile dall'esempio n.5 del principio contabile 4.2, prevede che il responsabile dei servizi finanziari effettui il calcolo nell'anno 2017 sulla base dell'ultimo anno del rendiconto approvato (anno 2015) facendo esclusivo riferimento ai soli incassi in conto competenza e non in conto residui, arrivando progressivamente nel 2021 ad effettuare il calcolo sugli ultimi 5 anni senza più considerare gli incassi da residui.

Le soluzioni possibili
Prima di proporre una modifica del calcolo del Fondo crediti di dubbia esigibilità, l'Anci si concentra sulla consistenza del Fondo verificata nel 2016, dove emerge un accantonamento complessivo di circa 3 miliardi con correlate e obbligatorie minori spese da parte degli enti locali. Si rileva anche, come la distribuzione di questo peso sia concentrata in un numero poco consistente dei Comuni osservati, tanto che per il solo 17% contribuisce per un importo complessivo di circa 2,2 miliardi, mentre il restante 83% dei Comuni contribuisce per soli 0,8 miliardi di accantonamenti. In altri termini, il peso della manovra è concentrato sui Comuni medio-grandi, che hanno complessivamente contribuito con accantonamenti consistenti e con la correlata diminuzione delle spese di competenza.
Visto il forte impatto, l'Anci precisa che seguendo l'applicazione del principio contabile, la situazione non sarà più sotto controllo nei prossimi anni, con un incremento a dismisura degli accantonamenti, tanto da temere possibili conseguenze nell'assolvimento dei servizi essenziali. Di qui la necessità del cambio del calcolo del principio contabile, ammettendo che questo possa essere effettuato sulla base anche degli incassi in conto residui, considerato che è frequente il caso di entrate che vengono riscosse, in misura pressoché integrale, dopo alcuni anni dalla scadenza dell'esigibilità, per effetto dell'azione di recupero della morosità.

Il rinvio
La Commissione rinvia la decisione nella prossima riunione, anche al fine di verificare, come evidenziato dall'Anci, il possibile impatto sul Fondo crediti di dubbia esigibilità degli stanziamenti di spesa non esigibili, quali gli accantonamenti ai fondi rischi e spese future, che non richiedono la copertura di entrate esigibili.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©