Fisco e contabilità

Riscossione Sicilia chiude il 1° luglio

Il giudizio più pesante è arrivato da Antonio Fiumefreddo, a capo di Riscossione Sicilia da qualche tempo: «Ora brindano i poteri criminali». Il riferimento di Fiumefreddo è alla votazione della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana che ha approvato un emendamento alla Legge di stabilità (che andrà in aula oggi) con cui viene decisa la soppressione di Riscossione Sicilia, la società partecipata dalla Regione siciliana che appunto si occupa della riscossione nell’isola. La norma approvata prevede che dal 1° luglio Riscossione Sicilia chiuda i battenti e tutte le funzioni e gli 800 dipendenti passino all’agenzia nazionale. «L’emendamento con cui si è decisa la liquidazione di Riscossione Sicilia è un atto di prepotenza minacciato, pianificato e violentemente consumato» commenta Fiumefreddo che proprio sul tema ha già avuto uno scontro aspro con il presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo (Ncd).

Più accomodante e moderato invece il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che ha scritto una lettera aperta ai deputati regionali: «Occorre valutare le conseguenze di un percorso repentino e non concordato con lo Stato - scrive Crocetta -. È evidente che per fare un accordo con l’agenzia nazionale, occorre intanto che tale agenzia esista. Di fatto, si creerebbe una paralisi. L’altro elemento su cui riflettere è il fatto che, a partire dal 2017, attraverso l’accordo con lo Stato, la Regione preleva direttamente le proprie entrate fiscali senza passaggi intermedi nazionali: riportando la riscossione nel sistema nazionale, si introduce un passaggio intermedio che priva la regione di tale diritto». Infine c’è la questione del contenzioso, in via di definizione, con Montepaschi, per centinaia di milioni che, sostiene Crocetta, verrebbe sottratto alla Regione, per diventare tutto di gestione nazionale.

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