Fisco e contabilità

Investimenti locali, sbloccati 700 milioni -Apertura del Governo sull’aumento del turn over

Via libera al decreto dell’Economia (allegato 1 e allegato 2) che libera 700 milioni di euro per gli investimenti dei Comuni finanziati con gli avanzi di amministrazione dell’anno scorso oppure con il ricorso al debito.

La ripartizione dei fondi
Il grosso di questi fondi, 428 milioni di euro, serviranno all’edilizia scolastica, mentre il resto andrà ad altri interventi edilizi o alle opere contro il dissesto idrogeologico. Ai Comuni fino a mille abitanti è poi destinata una quota ad hoc, da 20 milioni, ed altri 23 milioni sono indirizzati agli enti che al 1° gennaio scorso avevano completato un processo di fusione.
Il meccanismo è quello scritto nei commi 485-494 dell’ultima legge di bilancio (la legge 232/2016), che ha assegnato alla presidenza del consiglio il ruolo di regia nella gestione delle richieste da parte degli enti locali e della distribuzione dei fondi in modo proporzionale rispetto alle istanze.
Da questo punto di vista, a rivelarsi più attive sono le amministrazioni locali della Lombardia, che da sole assorbono un quarto abbondante (il 26,3%, per la precisione) degli spazi di investimento: al Piemonte va l’11,7% dei bonus, nel Lazio l’8% mentre al Sud le quote più rilevanti finiscono alla Campania (6,9%) e alla Puglia (6,1%).
Quello realizzato ieri con il decreto della Ragioneria è il primo dei programmi sblocca-investimenti, che si ripeteranno anche nel 2018 e 2019 per offrire alla spesa in conto capitale spazi aggiuntivi rispetto al pareggio di bilancio.

Decreto enti locali
Intanto si continua a lavorare al decreto enti locali, che dovrebbe intervenire per puntellare i conti di Città metropolitane e Province oltre a ratificare la clausola che vieta salti superiori al 4% delle risorse base nella distribuzione del fondo di solidarietà fra i Comuni.
Nel cantiere del decreto si riapre anche il dibattito sull’allargamento degli spazi di assunzione per i Comuni, che hanno assorbito gli esuberi di Province e Città metropolitane e ora sono vincolati al tetto del 25% per quel che riguarda il nuovo turn over.
Un’apertura importante sul punto è arrivata ieri dalle stanze del governo. I turn over al 25%, ha spiegato il sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti, è una soglia «troppo stretta, con tantissimi Comuni che sono in sofferenza e il rischio di mettere a repentaglio i servizi per i cittadini». Una presa di posizione motivata anche con il fatto che i Comuni «finanziano con risorse proprie le assunzioni», e che è stata rilanciata su twitter anche dal ministro Marianna Madia.

Il decreto dell’Economia

Ente per ente tutti gli spazi assegnati

Ente per ente i fondi per altri interventi

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