Appalti

Clausole sociali, riassunzioni da tarare sul fabbisogno del nuovo appalto

Non c'è un obbligo «generalizzato» di riassorbimento del personale in caso di cambio di appalto. È questa una delle precisazioni più importanti tra quelle offerte dell'Anac nelle nuove linee guida sull'applicazione delle clausole sociali nei contratti pubblici. Il documento, messo in consultazione ieri insieme alle linee guida sui servizi di progettazione (di cui parliamo in quest'altro articolo nella stessa edizione del giornale) serve a fare chiarezza su un argomento che ha tenuto banco nelle settimane di approvazione della riforma degli appalti e del decreto correttivo varato l'anno scorso.

Il punto chiave, per l'Anac, «l'applicazione della clausola sociale non comporta un indiscriminato e generalizzato dovere di assorbimento del personale utilizzato dall'impresa uscente». Perchè il vincolo deve essere armonizzato «con l'organizzazione aziendale prescelta dal nuovo affidatario». Il riassorbimento del personale, insomma, «è imponibile nella misura e nei limiti in cui sia compatibile con il fabbisogno richiesto dall'esecuzione del nuovo contratto e con la pianificazione e l'organizzazione del lavoro elaborata dal nuovo assuntore». Non solo.

Per inquadrare al meglio la questione l'Anac precisa anche che l'applicazione della clausola sociale deve esser limitata a contratti tra loro «oggettivamente assimilabili», che la clausola sociale deve essere prevista espressamente nei documenti di gara e che, a questo scopo, la stazione appaltante deve indicare«in modo chiaro, il numero di unità, monte ore, CCNL applicato dall'attuale appaltatore, qualifica, livelli retributivi, scatti di anzianità, sede di lavoro».

Ok anche negli appalti sottosoglia e nei settori speciali
Le linee guida chiariscono anche che le clausole sociali si applicano anche negli appalti sottosoglia e nei settori speciali. L'operatore che non accetta la clausola va escluso dalla gara. Mentre l'eventuale inadempimento successivo all'aggiudicazione non ha effetti sull'assegnazione del contratto, ma comporta una responsabilità contrattuale «talché unicamente la stazione appaltante è legittimata ad avvalersi dei rimedi di matrice civilistica, previsti nel contratto, ad esempio clausola risolutiva espressa e penali, e dalla legge».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©