Appalti

Debat public, «via oledotti e centrali»: le Regioni ottengono la modifica al decreto

Le opere energetiche escono fuori dal débat public: centrali idroelettriche, oleodotti, gasdotti, impianti eolici e strutture destinate al trattamento di combustibili nucleari non dovranno più passare dalla consultazione dei territori introdotta dal Codice appalti. È l'esito della Conferenza unificata di ieri, che ha chiesto e ottenuto dal Governo profonde modifiche al testo uscito pochi giorni fa da Palazzo Chigi. Sono, così, usciti dal perimetro del dibattito pubblico praticamente tutti gli interventi e gli insediamenti industriali collegati in qualche modo all'energia.

Verso la consultazione pubblica
Il débat public, dopo una lunga fase di stasi, è stato da poco rimesso in carreggiata dal Governo. Una bozza di Dpcm, materialmente scritta dal ministero delle Infrastrutture, si prepara così a regolare una procedura di consultazione pubblica che, secondo quanto spiega la relazione introduttiva del testo, punta a «migliorare la qualità della progettazione e l'efficacia delle decisioni pubbliche». L'obiettivo, cioè, è coinvolgere i cittadini sulle scelte strategiche «nella fase iniziale della progettazione», quando è ancora possibile scegliere se realizzare l'opera e quali modifiche apportare al progetto originale. Prima di chiudere gli elaborati che si tradurranno in un cantiere, allora, bisognerà portare correzioni che prevengano eventuali conflitti.
Il provvedimento è stato da poco recapitato alla Conferenza unificata, che ha chiesto di portare diverse modifiche rispetto alla prima versione del testo. Il Governo ha, così, limato su diversi passaggi la procedura. In primo luogo, è stato eliminato il Comitato di monitoraggio, che nella prima versione doveva servire a controllare lo svolgimento delle attività di débat public. Le sue funzioni sono state attribuite alla Commissione nazionale, che sarà istituita presso il ministero delle Infrastrutture. Allo stesso modo, è stato abolito l'elenco nazionale dei responsabili del dibattito pubblico. Inoltre, è stato modificato il nome del responsabile del dibattito pubblico, che si chiamerà semplicemente coordinatore.

L’elenco delle opere
La modifica più importante riguarda, però, l'allegato, che è poi la parte più rilevante del provvedimento: qui sono elencate tutte le opere che dovranno passare dalla fase di consultazione dei territori in maniera obbligatoria nei prossimi anni. Per venire incontro alle richieste delle Regioni, il ministero ha eliminato «dall'elenco delle tipologie di opere per cui si fa il dibattito pubblico al di sopra di certe soglie la maggior parte di quelle opere che riguardano il comparto Energia».
Più nello specifico, scorrendo il testo è totalmente saltata la voce che fissava il vincolo per "oleodotti, gasdotti o condutture per prodotti chimici". Allo stesso modo, è stata pesantemente ritoccata la voce relativa agli impianti industriali. Saltano così le raffinerie di petrolio greggio, le centrali per la produzione di energia idroelettrica, gli impianti eolici per la produzione di energia, i depositi di stoccaggio dei prodotti chimici, gli impianti destinati al trattamento di combustibili nucleari.
In tutti questi casi i territori non saranno più consultati.

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