Appalti

Modelli 231 e «Foia» obbligatori per tutte le società pubbliche

L’Anac di Raffaele Cantone rafforza la sua vigilanza sugli obblighi di trasparenza e prevenzione della corruzione imposti alle partecipate della Pa. Lo prevede la delibera n. 1134/2017, in via di pubblicazione: dal 31 gennaio 2018 l’Authority inizierà a esercitare i propri poteri di analisi  su una lunga lista di soggetti collegati alla pubblica amministrazione. Con un’importante eccezione: le nuove regole non si applicano per adesso alle quotate, in attesa di una pronuncia del ministero dell’Economia e della Consob.

Tre livelli di applicazione
Il documento dell’Autorità serve, soprattutto, a chiarire il campo dopo gli interventi della riforma Madia che, tra le altre cose, ha introdotto nel nostro ordinamento l’accesso allargato agli atti della Pa, il Foia. Ma non solo: l’Authority considera strategici anche altri strumenti di prevenzione della corruzione, diversi dalla semplice trasparenza. Anche in questo caso ci sono elementi da spiegare meglio.
L’Anac distingue, allora, tre livelli di applicazione delle nuove norme: le pubbliche amministrazioni; i soggetti con un livello di connessione maggiore con la Pa, come le società controllate; gli altri soggetti, come le semplici partecipate, che svolgono attività di pubblico interesse ma non sono assimilabili alla Pa. Queste ultime applicano solo le norme in materia di trasparenza e non tutto il set di regole in tema di prevenzione della corruzione.
Facile in teoria, perché in pratica è parecchio complicato incasellare con precisione tutti i soggetti che orbitano nel variegato universo della Pa. Molte indicazioni dell’Autorità servono, allora, proprio a definire con esattezza il perimetro nel quale le nuove regole esplicano i loro effetti. Spiegando, tra le altre cose, come si definisce la nozione di controllo o quando una società può essere considerata in house, guardando anche alle norme europee.
Le fondazioni bancarie, in questo quadro, sono ad esempio fuori dalle disposizioni in materia di trasparenza, sempre che non vogliano liberamente scegliere di pubblicare «i dati più rilevanti» sulla loro attività. Mentre le Casse di previdenza private dei professionisti andranno considerate come soggetti che svolgono attività di pubblico interesse. E, quindi, sottoposte agli obblighi di accesso agli atti ma non a quelli di prevenzione della corruzione.

Il calendario degli adempimenti
Per tutti questi soggetti, ai diversi livelli, scatta un nuovo calendario di adempimenti. La prima data da segnare sul calendario è il 31 gennaio del 2018: da quel giorno «l’Anac eserciterà i propri poteri di vigilanza sul rispetto degli obblighi». Più nello specifico, andrà adottato il “modello 231” (il modello organizzativo che consente di prevenire la corruzione), bisognerà fissare le regole interne per le domande di accesso agli atti e definire quali sono le attività di pubblico interesse. In altre parole, le partecipate dovranno dire quali sono le loro funzioni che, in qualche modo, si legano a quelle della Pa, facendo scattare i controlli Anac.
A supporto degli obblighi di pubblicazione delle Pa c’è, infine, l’allegato alla delibera, che contiene una lista dettagliata delle tipologie di documenti da inserire nella sezione “Amministrazione/Società trasparente”: per ogni contenuto ci sono le rispettive categorie di obbligati. Le società controllate dalla Pa dovranno, ad esempio, pubblicare i dati sui loro beni immobili e sulla gestione del patrimonio, ma anche contributi, sussidi e altri vantaggi economici ottenuti a qualsiasi titolo dalla Pa.

La delibera Anac n. 1134/2017

Gli allegati

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