Appalti

Appalto integrato, sui progetti bloccati deroga a rischio flop

Tanto rumore per nulla. Rischia di rimanere inutilizzata la “finestra” che, con il correttivo al codice, autorizza a mandare in gara per un anno i progetti definitivi congelati dall’entrata in vigore, lo scorso 19 aprile 2016, del divieto di appalto integrato. L’obiettivo era mettere un po’ di benzina nel motore degli investimenti pubblici. A sorpresa, però, non sembra che ci siano tanti progetti . Anzi: se qualcuno userà la deroga, sarà l’eccezione.
D’altronde, dice Stefano Esposito, relatore Pd della riforma appalti, «è rimasta a verbale nelle nostre audizioni la mia reiterata richiesta di avere un elenco di queste centinaia di bandi messi in fuorigioco. Mai ricevuto nulla». E anche Mario Occhiuto, delegato Anci per i Lavori pubblici, spiega: «Avevamo chiesto che fosse reintrodotto l’appalto integrato, senza tutte queste limitazioni. Alla fine è venuta fuori una deroga che non viene incontro alle esigenze dei Comuni».

La condizione
La deroga è legata a una condizione: per sfruttare la scorciatoia i progetti devono risultare «definitivamente approvati» entro il 19 aprile 2016. Un “paletto” inserito all’ultim’ora per evitare che l’apertura si trasformasse in una sanatoria di elaborati ancora incompleti : forse è proprio questo il motivo del repentino diradarsi dei progetti nel passaggio dagli annunci ai fatti. A indicare la direzione per prima è stata Anas, che spiega di avere «provveduto ad avviare per le progettazioni definitive in essere le necessarie attività e affidamenti per provvedere al raggiungimento dell’approfondimento previsto per la progettazione esecutiva». Quindi, non servono deroghe. Un indizio in più arriva da Palermo, dove il direttore del settore riqualificazione urbana definisce la deroga «inutile», aggiungendo che «l’apertura ai progetti definitivi e non ai preliminari è ininfluente». Qualche altro motivo si intuisce nelle parole che arrivano da Bari: «Dalla consultazione degli atti non abbiamo progetti definitivi approvati, pronti per l’appalto integrato».

L’ostacolo
Il “paletto” dell’approvazione formale, evidentemente, ha tagliato le gambe a molti. Magari, senza quel limite, sarebbe stato possibile un ripescaggio del Ponte dei Congressi di Roma. L’opera che dovrà collegare l’Eur al quartiere della Magliana, fermata proprio perché era un appalto integrato, sarebbe stata un caso da manuale. Il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, con un parere del 20 gennaio scorso, ha però chiesto modifiche al progetto. Quindi, ora bisogna ripartire da zero e, per il resto, la capitale non ha progetti da ripescare.
Non userano la deroga nemmeno a Milano, Genova e Torino. Anche a Venezia non ci sono progetti: «L’anno scorso avevamo qualche preliminare da sviluppare, nel frattempo l’abbiamo portato all’esecutivo». Risposta un po’ sibillina a Firenze. Al Comune fanno sapere di avere in verifica «quattro o cinque progetti». Niente di più.

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