Amministratori

Decreto semplificazioni, sugli appalti salta il taglia-gare

di Carmine Fotina e Giorgio Santilli

Arriva oggi in consiglio dei ministri uno dei decreti legge più “rinviati” di sempre. Approvato «salvo intese» lo scorso 15 ottobre, torna in Cdm per il varo definitivo il decreto semplificazioni, ampiamente rivisto. All'ordine del giorno, oltre al Dl, c'è il disegno di legge recante deleghe al governo per ulteriori semplificazioni, riassetti normativi e codificazioni di settore.

Rispetto alle ipotesi dei giorni scorsi, si allegeriscono le misure di riforma del codice degli appalti. Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha detto nel corso dell'incontro con le associazioni delle imprese che sarebbe saltata la norma che alza da uno a 2,5 milioni la soglia per affidare i lavori senza gara formale ma con procedura negoziata (cioè una trattativa privata) con almeno 15 operatori economici. Una norma duramente contestata dall'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, visto che si assesterebbe un duro colpo alla trasparenza del mercato: verrebbero meno infatti oltre l'80% delle gare. Perplessità avrebbe espresso anche il Quirinale, mentre certamente contrari si sono detti nei giorni scorsi i costruttori dell'Ance.

Dovrebbe saltare anche l'altra norma che avrebbe consentito alle amministrazioni di ricorrere sempre al criterio di aggiudicazione del massimo ribasso per le gare sottosoglia Ue (5,548 milioni di euro per i lavori). Potrebbe invece entrare (ma è più probabile entri tra gli emendamenti alla legge di bilancio) una corsia accelerata per le autorizzazioni degli appalti che gli enti locali faranno usando le nuove strutture tecniche centrali previste dalla legge di bilancio. È il «modello spagnolo» proposto dall'Ance che Di Maio ha detto di voler prendere in considerazione. La norma sarebbe un incentivo per gli enti locali a usare le strutture tecniche del governo in cambio della corsia veloce che potrebbe riguardare anche semplificazioni nella procedura di affidamento. La norma sugli appalti dovrebbe comunque partire leggera per essere eventualmente rafforzata nell'iter parlamentare. Riforma completa, invece, nel disegno di legge delega che però non potrà avere un'approvazione in tempi stretti.

Confermata la proroga relativa al prestito ponte da 900 milioni dello Stato ad Alitalia: la data limite di restituzione slitta dal 15 dicembre al 30 giugno 2019. Il decreto conterrà anche il primo passo verso la validità giuridica della tecnologia «blockchain». Ci saranno due norme a sostegno dei piccoli imprenditori in crisi per i crediti non pagati dalla Pa: una sezione specifica del Fondo di garanzia, da 50 milioni, e la modifica all'esecuzione immobiliare per scongiurare il pignoramento degli immobili. Negli ultimi giorni invece, per evitare eventuali incompatibilità con le regole Ue, sarebbe tornata in discussione la scrittura di una norma che conferisce alla Cassa depositi e prestiti la regia sui fondi nazionali per il venture capital attribuendole il diritto di opzione per l'acquisto delle azioni di Invitalia Ventures Sgr, soggetto della controllata al 100% del Tesoro Invitalia. Spiccano poi le misure assenti dall'ultima bozza seppure annunciate ad ottobre. Tra tutte, la cosiddetta Rc auto “equa”, proposta da Di Maio e dai M5S, sulla quale al momento avrebbe avuto meglio la Lega, contraria fin dall'inizio.

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