Amministratori

Nomine in standby su Cdp, forse rinvio a luglio

Dopo l’accelerazione di mercoledì scorso, con la designazione del presidente di Cdp da parte delle fondazioni dell’Acri, la partita per il rinnovo del vertice della società torna in stand by. La quadra sul nome dell’amministratore delegato, eventuale direttore generale e sugli altri 5 consiglieri, che il ministero dell’Economia deve designare per la sua quota, non c’è. Restano sul tappeto delle ipotesi, sulle quali si sarebbe ragionato anche mercoledì sera in un incontro tra i ministri Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Tria, ministro per l’Economia. Dunque i nomi del vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, e del cfo Fabrizio Palermo continuano a essere in corsa. Ma al momento non ci sarebbe alcuna decisione.

L’ipotesi che prende piede in queste ore è che non si arrivi alla presentazione di una lista unica tra fondazioni (azioniste al 16% della Cassa depositi e prestiti) e ministero dell’Economia entro la scadenza del 25 giugno, utile per l’assemblea convocata il 28 giugno. Ma si punti a uno dello slittamento delle nomine fino a metà luglio.

L’operazione ipotizzata dai tecnici della Cdp, per consentire più margine temporale ai politici nel caso di necessità, è quella di tenere l’assemblea il 28 per approvare il bilancio e al contempo approvare anche una sorta di proroga per un massimo di 45 giorni che consenta di tenere l’assemblea aperta e indire la riunione per le nomine non appena tutto fosse pronto. Entro fine mese almeno il ministero dell’Economia potrà incassare la sua ricca cedola: la società ha chiuso con un utile in crescita a quota 2,1 miliardi. Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea di mantenere invariato il payout al 59 per cento: il dividendo distribuito sarà pari a 1,24 miliardi, dei quali al ministero di via XX Settembre andrà circa un miliardi e il resto alle fondazioni bancarie.

Un incasso importante apprezzato dai soci, soprattutto le fondazioni che anche per questo motivo vendono bene la prospettiva che l’attuale cfo, che ha contribuito a quei numeri, possa salire nella posizione di dg o eventualmente ad.

Tornando alle nomine, va detto che anche la designazione di Massimo Tononi alla presidenza di Cdp non rappresenta un posto comunque assegnato. L’accettazione dell’incarico da parte dell’ex banchiere è comunque collegata al gradimento che il mondo delle fondazioni saranno chiamate ad espriemere, attraverso il presidente Acri Giuseppe Guzzetti, sulla rosa dei nomi che verrà proposta dal ministero dell’Economia.

L’eventuale slittamento a metà luglio, come del resto ventilato mercoledì scorso dallo stesso Luigi Di Maio, sarebbe da ricondurre alla prospettiva di accorpare in unica partita una serie di nomine in società partecipate.

Certo è, ad esempio, che a fine mese scade il cda della Rai e se si intende andare avanti nel tempo andrà previsto un meccanismo simile a quello ipotizzato per l’assemblea di Cdp.

C’è poi la vicenda delle Ferrovie dello Stato, guidate da Renato Mazzoncini. Il manager è stato rinviato a giudizio lo scorso 11 giugno e le clausole dello statuto prevedono che l’assemblea debba procedere a riconfermarlo nell’incarico entro 60 giorni, dunque entro metà agosto. I 5Stelle vorrebbero cogliere l’occasione per un ricambio, ambienti della Lega non sono propensi. Non escludono la volontà di cambiare, ma senza utilizzare l’espediente della mancata riconferma per un rinvio a giudizio. Secondo le indiscrezione al vertice delle Ferrovie potrebbe andare Massimo Sarmi, già ad di Poste e della concessionaria autostradale Milano-Serravalle, la cui candidatura era stata lanciata in un primo momento da Salvini per la Cdp. In ogni caso i giochi sembrano ancora lontani dall’essere fatti.

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