Amministratori

Urbact, una governance multilivello per attuare i piani d'azione integrati delle città italiane

di Simone d'Antonio (*)

La partecipazione attiva di cittadini e stakeholder nei processi di sviluppo urbano contribuisce da anni nei progetti finanziati dal programma Urbact a delineare piani e interventi di qualità, consolidando un metodo capace di permeare l'intero modo di amministrare una città.
Con l'avvicinarsi della conclusione degli Action Planning Network, le reti finalizzate alla creazione di piani d'azione locali promossi dal programma Urbact come strumento classico di co-progettazione tematica, un primo bilancio degli interventi messi in cantiere dalle città viene realizzato dall'Anci come National Point del programma, con l'obiettivo di mettere in fila azioni e interventi emersi dal dialogo strutturato con esperti europei e attori del territorio. Queste azioni, che animeranno nei prossimi anni il dibattito locale delle 21 città coinvolte nei progetti Urbact in corso, mettono in evidenza un'Italia che innova a partire dal riuso di spazi e strutture dismesse o parzialmente in disuso o dalla messa a sistema di piani e programmi su temi diversissimi come innovazione sociale, inclusione o mobilità urbana, armonizzando così interventi infrastrutturali e di governance strategica.

Le azioni pianificate dalle città
La trasformazione dell'ex Ospedale militare di Napoli e del Laboratorio Pontieri di Piacenza in centri culturali e di aggregazione civica, la rigenerazione di spazi abbandonati da anni come il Parco Michelangelo di Casoria o la Cisterna di San Donà di Piave (unica struttura precedente alla Prima Guerra Mondiale ancora presente in città), l'integrazione di soluzioni tecnologiche e logistiche nei Piani per la mobilità sostenibile di Palermo e Parma: le tante soluzioni alle sfide urbane prospettate dalle città italiane di Urbact sono riflesso diretto dello scambio tra approcci innovativi sviluppati a livello internazionale incrociati alle esigenze emerse dal confronto con gli attori del territorio e i residenti delle zone interessate dagli interventi.
In molti casi le azioni contenute nei piani locali integrati costituiscono innovazioni di sistema e si inseriscono sulla scia di strategie già adottate dalle città, come nel caso del piano di comunicazione social per la promozione turistica di Genova, e per questo non richiedono forti investimenti per essere messi in pratica. In altri casi, invece, gli stanziamenti previsti per la realizzazione degli interventi sono consistenti e solo in parte possono essere riconducibili a programmazioni già in atto nelle città, come i progetti del Piano Periferie o del Pon Metro oppure quelli co-finanziati dall'Unione europea nell'ambito di programmi come Horizon o Urban Innovative Actions.

Il supporto alla realizzazione dei progetti
Favorire il dialogo tra livello centrale, Regioni e città per riconoscere la qualità della progettazione realizzata attraverso il programma Urbact e promuovere il finanziamento delle azioni emerse dai piani locali nell'ambito di programmi operativi nazionali e regionali dell'attuale e futura programmazione di fondi strutturali è l'esigenza rimarcata dal confronto organizzato da Anci come National Point del programma alla Casa della Città di Roma il 28 marzo scorso.
La forte richiesta di una progettazione di qualità per poter spendere in maniera efficace i fondi della programmazione 2014-2020 concentrandosi su azioni condivise con i cittadini e capaci di produrre effetti concreti nei quartieri centrali e periferici delle nostre città è uno degli elementi di partenza per un confronto che continuerà nei prossimi mesi per favorire capitalizzazione e implementazione di azioni e approcci emersi da Urbact.
Secondo i dati presentati nel corso dell'incontro di Roma da Ifel, a poco più di due anni e mezzo dalla fine dell'attuale periodo di programmazione soltanto l'8% dei fondi europei destinati all'Italia è stato speso e solo il 42% è stato già allocato su specifiche progettualità: dati fra i più bassi rispetto ai due precedenti periodi di programmazione, che testimoniano l'effettiva difficoltà nei meccanismi di spesa con un rallentamento dell'intero processo. La disponibilità degli spazi finanziari per il supporto a nuove progettazioni urbane varia da regione a regione, inserendosi in un quadro generale di frammentarietà sugli interventi urbani. Per le città italiane di Urbact che hanno realizzato in questi anni progettazioni di qualità si aprono in questi mesi spiragli importanti per vedere riconosciuta la qualità del lavoro svolto finora e favorire la messa in pratica di molte delle azioni pianificate. Un elemento significativo soprattutto in vista della nuova programmazione europea che partirà nel 2021, la prima post-Brexit, e della nuova edizione del programma Urbact che dovrà necessariamente ripartire da un maggiore sostegno alla realizzazione di azioni concrete sui territori.

(*) Ufficio stampa Anci

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©