Amministratori

È prolungata la truffa sui fondi pubblici a rate con un unico progetto iniziale

Truffa a consumazione prolungata se il reato, finalizzato a ottenere finanziamenti pubblici a rate, è basata su un solo progetto iniziale. Con la sentenza n. 14784, la Corte di cassazione ha confermato il sequestro di 650 milioni di euro, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, disposto nell’ambito dell’inchiesta sul crac della società Aeradria che gestiva l’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini- Miramare.

Il caso
Nel mirino dei giudici, erano finiti amministratori locali e manager accusati di mettere in atto delle strategie per confondere le acque in merito a contributi pubblici destinati alle compagnie aree, tra cui Ryanair, sotto forma di incentivi per la promozione delle attività turistiche. La Suprema corte “stralcia” - rinviando Tribunale al per un nuovo esame, la posizione dell’ex presidente della provincia, per una carenza di motivazione sul ruolo svolto rispetto ad un reato che si era realizzato circa tre anni prima della sua elezione.
Non passa la tesi della difesa tesa ad affermare le prescrizione del reato o almeno di alcune condotte. Ad avviso dei ricorrenti “infatti” il termine doveva essere conteggiato dalla data di ogni singolo illecito.

La decisione
Per la Suprema corte però non è così. Correttamente il tribunale, nel caso esaminato, ha escluso che si possa parlare di una pluralità di episodi criminosi, quanto piuttosto di un reato a consumazione prolungata, che si è dunque perfezionato con l’erogazione dell’ultima rata del contributo, avvenuta nel febbraio del 2012.
I giudici della prima sezione penale, ricordano che la cosiddetta truffa a consumazione prolungata - configurabile quando la frode è strumentale ad ottenere erogazioni pubbliche il cui versamento viene rateizzato - si consuma nel momento in cui viene percepita l’ultima “tranche”. Perchè questa tipologia di truffa sia ipotizzabile è necessario che tutte le erogazioni siano riconducibili ad un originario e unico comportamento fraudolento.
Si può al contrario parlare di fatti autonomi di reato, quando per ottenere ulteriori erogazioni statali, dopo la prima, è necessario mettere in atto altre attività illecite, che hanno una valenza distinta e vanno considerate come “singoli” fatti reato. Nel caso esaminato la Suprema corte ritiene corretta la ricostruzione fatta in sede di riesame. Secondo i giudici del Tribunale, infatti, l’operazione che aveva portato al finanziamento illecito era nata in un contesto unitario. E il fatto che i contributi arrivassero “scaglionati” «non fa perdere alla vicenda esaminata - scrivono i giudici - il carattere di unitarietà che trova il proprio fondamento nel progetto iniziale».

La sentenza della Corte di cassazione n. 14784/2018

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