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Recupero dei tributi, un pool per «aiutare» i Comuni

Stretta delle amministrazioni comunali per il recupero dei tributi. Nasce il pool centrale di anti evasione fiscale: sarà costituito da personale di Guardia di finanza, agenzia dell’Entrate, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale). L’obiettivo è di «standardizzare» e «potenziare» il processo di accertamento delle evasioni a livello territoriale.
È quanto persegue il protocollo d’intesa siglato dai quattro organismi, che ricalca la normativa, la quale prevede «la partecipazione dei Comuni all’accertamento fiscale dei tributi erariali, riconoscendo agli stessi una quota incentivante delle maggiori somme relative ai tributi statali riscossi».

Le competenze
Con il protocollo - cui le Fiamme gialle hanno dato attuazione con una circolare di giovedì scorso - si vuole dare al nuovo pool anti-evasione la competenza a «raccogliere» tutte le best practice di riscossione rilevate sul territorio nazionale ma applicate a macchia di leopardo, dando una armonia e inserendole in veri e propri «percorsi metodologici e linee guida» che saranno seguite dai funzionari comunali addetti al settore tributi. Si tratta, dunque, di «standardizzare» l’intero processo, per aumentare la qualità delle azioni che i Comuni possono realizzare.

La formazione
Per questo il protocollo ha lo scopo di «promuovere la formazione» dei vari funzionari che a livello locale sono «preposti alla predisposizione delle segnalazioni operative qualificate da inviare all’Amministrazione finanziaria». Una formazione completa, dunque, che vedrà la partecipazione dei quattro organismi firmatari del protocollo. La Guardia di finanza e l’agenzia dell’Entrate si «impegnano gratuitamente» a organizzare specifici corsi di formazione a cascata «per la piena attuazione delle partecipazione dei Comuni all’accertamento, favorendo la partecipazione a tali corsi di operatori-formatori dei Comuni»; Anci e Ifel, invece, potranno fornire esperti di propria nomina, che collaboreranno nella formazione del personale comunale addetto alle segnalazioni tributarie.

Il ruolo dei Comuni
Nel contrasto agli illeciti in materia tributaria, dunque, le amministrazioni comunali avranno maggiore competenza d’azione. Al punto da poter accedere alle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria, così da «consentire lo sviluppo di processi di analisi del rischio utili a individuare comportamenti evasivi ed elusivi di tributi statali e locali entro i limiti delle finalità istituzionali perseguite». A questo si aggiunga che l’agenzia dell’Entrate si impegna a verificare e concordare con l’Anci e l’Ifel i «fabbisogni informativi aggiuntivi dei Comuni in materia di partecipazione all’accertamento».
Non manca l’interscambio informativo dei dati, per mappare il contesto di evasione fiscale su tutto il territorio nazionale. Il protocollo ha un capitolo apposito su questo aspetto: l’agenzia dell’Entrate e la Guardia di finanza assicurano un efficace sistema di «tracciatura delle singole segnalazioni qualificate trasmesse dai Comuni, così da permettere in ogni momento del ciclo di verifica ed accertamento la restituzione delle informazioni significative, fornendone altresì idonea reportistica all’Anci, ancora con riferimento ai programmi locali di recupero dell’evasione».

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