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Ema, L’Aia rende noti i dossier «secretati»

Si chiude – almeno politicamente – la “partita” italiana di rimettere in discussione l’assegnazione di Ema (l’Agenzia europea del farmaco in trasloco, tra un anno, da Londra) ad Amsterdam. Ieri, l’Olanda ha deciso di desecretare l’ «Annex 1», cioè il documento confidenziale – e non visionabile da nessuno dei Paesi membri, tranne che da Comissione e dagli stessi vertici dell’Ema – su cui si erano concetrate le polemiche.

I dossier olandesi
Il sospetto – data l’eccessiva riservatezza accordata da Bruxelles – era che alcune valutazioni tecnico-logistiche in vista delle votazioni fossero state volutamente nascoste agli altri partners Ue, su preessione del governo dell’Aia, dal segretario generale del Consiglio Ue, Alexander Italiener, per favorire il proprio Paese di origine. E così spingere avanti Amsterdam che non aveva mai nascosto di poter offrire, per i primi 6 mesi, solo una sede provvisoria (a differenza di Milano che la definitiva l’aveva già pronta). Alla fine, il sorteggio aveva premiato la capitale olandese. Ma le parole del direttore dell’Ema, Guido Rasi, lo scorso 29 gennaio, che mettevano a nudo i limiti della soluziome offerta e in dubbio la «continuità operativa» dell’Agenzia avevavo sollevato sospetti pesanti di condizionamenti.

Due possibili sedi provvisorie
In realtà, il documento entra nel dettaglio di due possibili sedi provvisorie (poi scartate a favore di una terza, migliore ma comunque «non ottimale»), tra i 10mila e i 17mila metri quadrati (oggi l’Ema a Londra ne occupa oltre 23mila) e giustifica la segretezza, non avendo allora ancora scelto nè firmato alcun contratto di affitto per una delle stretture, di «evitare “turbative” sul mercato immobiliare». In pratica, per evitare che il prezzo degli affitti delle sedi potesse salire in un Paese dove da anni preoccupa la crescente bolla immobiliare. Insomma, agli atti, non c’è abbastanza per dire che l’Olanda abbia “truccato” le carte. Perchè anche i limiti degli edifici messi a disposizione erano leggibili già dai documenti “pubblici”.
Semmai, ci si chiede perchè questi elementi noti – un doppio trasferimento con costi lievitati, una sede provvisoria con diversi limiti e la tempistica per la costruzione di quella nuova (per ora poco più di un terreno) – non abbiano ”pesato” nella votazione. Oltretutto, mercoledì, il Board della stessa Ema, alla luce delle assicurazioni del governo olandese, aveva stabilito che la «continuità operativa», su cui il direttore di Ema solo una settimana fa aveva espresso riserve, può dirsi «garantita».
Ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha comunque definito «un pacco» l’offerta olandese. Mentre il peresidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, ha autorizzato, per il prossimo 22 febbraio, il sopralluogo dei parlamentari Ue ad Amsterdam prima del voto sulla nuova sede Ema , in commissione Ambiente, fissatoil 12 marzo e di quello della Plenaria nella stessa settimana.

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