Amministratori

Sulle elezioni del 4 marzo arrivano le Faq del Viminale

di Alessandro Vitiello

Riprendendo quella che da qualche anno è ormai una consuetudine, il ministero dell’Interno ha pubblicato on line una serie di domande e risposte sulle prossime elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Una guida utile ai cittadini, ma soprattutto agli uffici elettorali dei Comuni e a partiti, gruppi e movimenti politici che intendono candidare propri uomini alla Camera e al Senato, quindi a governare il Paese.

La nuova legge elettorale
Messa con il referendum istituzionale del 4 dicembre 2016 la pietra tombale sulle riforme che prevedevano la trasformazione del Senato in camera delle Regioni e diverse altre importanti modifiche alla Costituzione, e stroncata dalla Consulta la vecchia legge elettorale (definita una «porcata» dallo stesso presentatore del disegno di legge dopo le modifiche fatte dal Parlamento) a marzo andremo a votare con un sistema misto che prevede una componente maggioritaria uninominale e una proporzionale plurinominale (legge 3 novembre 2017 n. 165).
Ciò significa che 232 seggi alla Camera dei deputati e 116 al Senato sarano assegnati in collegi uninominali vinti da chi riceverà più voti, mentre i restanti 386 deputati e 193 senatori saranno eletti in collegi plurinominali con metodo proporzionale tra liste e coalizioni che supereranno le soglie di sbarramento: 3% su base nazionale (10% per le colalizioni), con l’eccezione delle liste delle minoranze linguistiche (20% su base regionale).
A questi vanno poi aggiunti i 12 deputati e 6 senatori eletti nella circoscrizione estero con metodo integralmente proporzionale.

Le candidature
Tra venerdì 19 e domenica 21 gennaio vanno depositati i contrassegni elettorali e gli altri documenti necessari poi a presentare candidature e liste (si veda il Quotidiano degli Enti locali e della Pa del 10 gennaio 2018).
I fac simile di modelli per il deposito sono contenuti nelle pubblicazioni n. 1 e 2 della direzione centrale dei Servizi elettorali del Viminale.

Elezioni trasparenti e «tagliando antifrode»
Tra le novità più importanti della nuova legge elettorale ci sono le disposizioni sulla trasparenza e sulle schede elettorali.
Il concetto di «amministrazione trasparente», sezione che tutte le Pa devono avere, si ritrova in «elezioni trasparenti», sezione del sito internet del ministero dell’Interno dove devono essere pubblicati per un’agevole consultazione:
- il contrassegno depositato con l’indicazione di chi è stato designato a farlo;
- lo statuto dei partiti o movimenti politici, con la dichiarazione di trasparenza;
- il programma elettorale con il nome e cognome del capo della forza politica («clausola» sulla quale molto si è discusso e litigato durante l’iter di approvazione della legge 165/2017).
Sembrano essere state suggerite da una serie televisiva di grande successo sulla criminalità organizzata, invece, le disposizioni per evitare il voto truccato attraverso lo scambio delle schede elettorali.
Il 4 marzo 2018 ai seggi si farà così: le nuove schede elettorali avranno un’appendice cartacea con il «tagliando antifrode», un codice progressivo alfanumerico generato in serie. Espresso il voto l’elettore restituirà la scheda piegata al presidente del seggio, quindi l’appendice con il tagliando sarà staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi, che controlleranno se il numero sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all’elettore. Solo dopo questo controllo il presidente potrà inserire la scheda nell'urna.

I documenti per votare
Tralasciando le modalità per procurarsi la tessera elettorale smarrita (molto lavoro per i Comuni che saranno aperti con orari quasi non stop nei giorni immediatamente precendenti alle votazioni) va chiarito che la legge consente di votare con una vasta gamma di documenti di riconoscimento, dalla carta di identità al passaporto (anche scaduti) alla tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purchè munita di fotografia.

Il voto
Ribadito il principio che ognuno deve votare nel proprio seggio di residenza anagrafica, poche sono le eccezioni e sempre le stesse, per personale viaggiante, addetti alla sicurezza dei seggi e ricoverati in ospedale.
La parte delle Faq pubblicate dai Servizi elettorali sulle modalità per esprimere il voto è lunga e complessa, ma ormai digerita dalla maggioranza degli italiani: il principio quì è sempre quello di «salvare» il maggior numero di voti anche se espressi in maniera non proprio conforme alle regole. Purchè gli scrutinatori possano chiaramente desumere la volontà dell’elettore. La novità in questo caso sembra essere il fatto che si utilizzarà una sola scheda per Camera e Senato.
Non sembrano essere diverse dal passato, invece, le disposizioni relative a chi può essere accompagnato all’interno della cabina elettorale: ciechi, amputati delle mani, paralitici e disabili con patologie di simile gravità.

Firme pulite
Attenzione massima ai soggetti competenti ad autenticare le firme per la presentazione delle liste e per le designazioni dei rappresentanti di lista: notai e una lunga serie di amministrativi cui negli ultimi anni si sono aggiunti sindaci e consiglieri metropolitani, nonché componenti della conferenza metropolitana.
Non si dimentichino le infinite denunce dei Radicali e lo scandalo delle firme false che portarono alla decandenza addirittura di un ex Governatore del Piemonte.

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