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Così il nuovo reddito d’inclusione chiama in causa i Comuni

di Amedeo Di Filippo

Ruolo in parte inedito e ulteriori impegni arrivano ai Comuni dal Dlgs 147/2017 che, nel disciplinare il reddito di inclusione (ReI) quale misura unica nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, valorizza la loro funzione nella gestione e nel coordinamento dei servizi e degli interventi sociali sul territorio.

Il ReI
Dal prossimo 1° gennaio il ReI sostituirà il Sia (sostegno per l'inclusione attiva), che prevede l'erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizione di povertà nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata e l'Asdi (assegno di disoccupazione), riconosciuto a coloro che, dopo aver percepito l'indennità di disoccupazione (Naspi), non hanno trovato un nuovo impiego e si trovano in una condizione di particolare disagio economico. Eliminato anche il reddito minimo di inserimento, mentre la Carta acquisti verrà utilizzata come veicolo del nuovo beneficio economico.
Il ReI sarà la misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Il beneficio, che potrà essere richiesto dal prossimo 1° dicembre, è articolato in una componente economica e in servizi alla persona, individuati all'esito della valutazione multidimensionale del bisogno del nucleo familiare e indicati nel progetto personalizzato, che individua gli obiettivi generali e i risultati specifici che si intendono raggiungere, i sostegni di cui il nucleo necessita, il beneficio economico, gli impegni a svolgere specifiche attività.

Il ruolo dei Comuni sul territorio
Non nuovi a queste incombenze, soprattutto dopo l'esperienza del Sia, i Comuni sono chiamati dal decreto n. 147 a un impegno non indifferente in termini di risorse umane e finanziarie per fare in modo che la nuova misura attecchisca e sia efficace per gli scopi che si prefigge. Chiaro a tal fine l'articolo 2: all'attuazione del ReI provvedono i Comuni coordinandosi a livello di ambito territoriale. Alle Regioni e Province autonome sono riservati gli atti di programmazione, al ministero del Lavoro la responsabilità dell'attuazione, del monitoraggio e della valutazione della misura.
I compiti specifici sono declinati all'articolo 13, che identifica i Comuni come «soggetti attuatori del ReI» i quali, a livello di ambito territoriale, ne favoriscono la conoscenza e l'applicazione, assicurano il coinvolgimento del terzo settore, effettuano le verifiche sul possesso dei requisiti per la concessione del beneficio, adottano specifici atti di programmazione.
Il decreto riconosce un ruolo centrale per i Comuni a livello territoriale nel quale operano in stretto raccordo con gli enti del terzo settore per gestire il sistema integrato di interventi e servizi sociali, di cui fanno parte il segretariato sociale, il servizio sociale professionale per la presa in carico, i tirocini finalizzati all'inclusione sociale, il sostegno socio-educativo domiciliare o territoriale, l'assistenza domiciliare e servizi di prossimità, il sostegno alla genitorialità e il servizio di mediazione familiare, il servizio di mediazione culturale e quello di pronto intervento sociale.

L'organizzazione
Dal punto di vista organizzativo, ai Comuni è riservato l'onere di identificare, a livello di ambito, i punti per l'accesso al ReI, presso i quali viene offerta informazione, consulenza, orientamento e assistenza nella presentazione delle domande. La procedura prevede che il ReI sia richiesto presso questi punti ovvero presso altra struttura identificata dai Comuni, i quali comunicano all'Inps le informazioni e procedono alla verifica dei requisiti di residenza e di soggiorno.
L'Inps verifica il possesso dei requisiti per l'accesso al ReI e in caso di esito positivo lo riconosce, dopo la sottoscrizione del progetto personalizzato. Il versamento è disposto ad avvenuta sottoscrizione e il beneficio economico è erogato tramite la Carta ReI.

Organismi nazionali
I Comuni esprimono, tramite l'Anci, propri rappresentanti in seno al Comitato per la lotta alla povertà, organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo; e all'Osservatorio sulle povertà, finalizzato a promuovere forme partecipate di programmazione e monitoraggio del ReI e degli altri interventi di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Partecipano inoltre alle attività della Rete della protezione e dell'inclusione sociale, istituita presso il ministero del Lavoro quale organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali di cui alla legge 328/2000, impegnata in particolare nella elaborazione del Piano sociale nazionale, del Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà e del Piano per la non autosufficienza.
Sono infine componenti del Sistema informativo unitario dei servizi sociali, che assicura una compiuta conoscenza dei bisogni sociali e delle prestazioni erogate dal sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, rafforza i controlli sulle prestazioni indebitamente percepite, dispone di una base unitaria di dati funzionale alla programmazione e alla progettazione integrata degli interventi, elabora dati a fini statistici, di ricerca e di studio.

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