Amministratori

Legittima la revoca di una concessione demaniale per realizzare un parcheggio multipiano

di Guido Befani

La sussistenza di un interesse pubblico che giustifica la revoca secondo l’articolo 21-quinquies della legge n. 241/1990 non deve necessariamente concretarsi nell’adozione di tutti gli atti prescritti per la realizzazione del progetto di pubblica utilità, occorrendo però che, come avvenuto nella specie, siano stati posti in essere gli atti idonei a determinare un sufficiente livello di concretizzazione dell’iniziativa che non può dunque essere limitato ad un mero auspicio dell’Amministrazione, ma deve consistere in una serie di iniziative che abbiano determinato un sufficiente grado di sviluppo della pubblica utilità sulla base della quale si dispone la revoca; così determinato l’interesse pubblico sopravvenuto, al Giudice amministrativo resta preclusa ogni ulteriore valutazione di merito. È quanto afferma il Tar Campobasso, con la sentenza n. 327/2017.

L’approfondimento
Il Tar Campobasso è intervenuto sulla revoca di una concessione di un’area demaniale perché l’area oggetto di occupazione è stata successivamente interessata da un intervento di finanza di progetto integrata per la progettazione, costruzione e gestione di un parcheggio interrato multipiano, da ritenersi necessariamente prevalente sull’interesse dell’originario concessionario.d

La decisione      
Nel respingere il ricorso proposto, il Collegio ha avuto modo di rilevare come la revoca rappresenti un provvedimento amministrativo di secondo grado che l’Amministrazione adotta per eliminare dal mondo giuridico, sia pure con effetto ex nunc, un proprio precedente atto.
Per il Collegio, infatti, nel caso di specie sussistono i presupposti per la revoca, perché la formulazione del citato articolo 21 ha accolto una nozione ampia di revoca, prevedendo tre presupposti alternativi, che ne legittimano l’adozione, quali:
a) sopravvenuti motivi di pubblico interesse;
b) mutamento della situazione di fatto;
c) nuova valutazione dell’interesse pubblico originario.
La revoca di provvedimenti amministrativi, pertanto, è possibile non solo in base a sopravvenienze, ma anche per una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, nell’ambito del cd jus poenitendi.
Inoltre, poiché dall’analisi dei diversi atti adottati nel corso della procedura, risulta chiaro che il progetto che interessa l’area sulla quale insiste anche il chiosco gestito dal ricorrente costituisca oggetto di un progetto molto più ampio, e che questo ha raggiunto un grado di sviluppo che ne attesta la concreta sussistenza, si deve quindi necessariamente pervenire alla conclusione che il provvedimento di cui si discute risulta adottato sulla base di elementi oggettivi e concreti, atti a supportare il legittimo esercizio del potere di revoca.

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