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La corsa all’Ema, Francia e Spagna alleate di Milano

L’Italia è in cerca di alleanze per vincere la sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco che dovrà lasciare Londra a seguito della Brexit. Il sostegno potrebbe arrivare dai paesi dell’area del Mediterraneo, tra cui Spagna, Francia e Grecia, a cui potrebbero aggiungersi Malta e le repubbliche Balcaniche.
Proprio in questi giorni i circa 900 funzionari dell’ente stanno preparando il trasloco, dopo aver espresso le loro preferenze sulla nuova possibile destinazione. In cima alla loro lista ci sono Amsterdam, seguita da Barcellona, Vienna e Milano.

Le alleanze diplomatiche
Le attività diplomatiche si stanno sviluppando intanto su due piani, quello locale e quello nazionale. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in base alle indicazioni date dal governo, ha messo in agenda alcuni incontri. Ieri quello con Milan Bandić, il sindaco di Zagabria (capitale della Croazia); prossimamente con Karin Wanngard, sindaca di Stoccolma. Quest’ultima data è ancora da definire. Poi per tutto il mese si susseguiranno incontro bilaterali tra i rappresentanti del governo Gentiloni e alte cariche dello Stato di altri paesi europei. E intanto ieri l’ambasciatare d’Italia in Slovenia, Paolo Trichilo, in collaborazione con l’Agenzia Ice, ha presentato la candidatura di Milano durante l’annuale simposio della Società farmaceutica slovena.
Il fine dell’Italia e di Milano è di riuscire ad avere una rete di sostenitori durante il voto del Consiglio europeo, che deciderà il vincitore della sede, dopo le prime indicazioni generiche, di pochi giorni fa, sui dossier di candidatura da parte della Commissione Ue.
Il Consiglio, con tutti i paesi riuniti, darà il suo voto, dopo che plausibilmente tutti i 19 paesi che partecipano alla competizione daranno al primo turno la preferenza per la loro città. È al secondo turno che il ruolo delle alleanze incrociate giocherà quindi un ruolo fondamentale.

I possibili sostenitori
Come detto, i paesi più vicini all’Italia potrebbero aiutare la candidatura di Milano. Barcellona ha infatti un buon dossier, che al pari di Milano offre una sede già pronta; tuttavia ha già molte agenzie europee (tre, a cui si aggiungono altri enti internazionali). Inoltre sulla città spagnola pesano in questo momento le tensioni politiche separatiste. Quindi è possibile che il governo spagnolo, di fronte ad una possibile esclusione, decida di sostenere l’Italia, che dal punto di vista tecnico ha un altrettanto valido dossier. La Francia, che ha meno possibilità con Lille, potrebbe già posizionarsi sull’Italia. E così anche altri paesi come Grecia, Malta e Croazia. Proprio ieri Milano ha incassato il sostegno di Zagabria.
Il sindaco Sala andrà anche a Stoccolma, proprio considerando che i paesi Scandinavi, generalmente uniti nelle decisioni, sono in questo momento in conflitto perché non sono riusciti a trovare un nome comune per la candidatura, proponendo sia Copenaghen che Stoccolma. Questo realisticamente potrebbe portare ad un inedito sostegno all’Italia da parte della Svezia.
Infine la Germania: realisticamente non insisterà per la “vicina” Vienna, considerando che Berlino è già impegnata a vincere la sede dell’Eba, l’agenzia europea delle banche. E al tempo stesso c’è da aspettarsi che il governo Merkel sia sensibile alle pressioni dell’industria farmaceutica europea, che preferisce una capitale “ben attrezzata” come Milano (o come Amsterdam, Barcellona, Vienna e Copenaghen) piuttosto che una città come Bratislava, di cui si parla solo per motivi di riequilibrio geopolitico tra Est e Ovest.

Intanto ieri da Bruxelles è trapelata la precisazione delle istituzioni che «i desiderata degli impiegati dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e dell’Autorità bancaria europea (Eba) non fanno parte dei criteri da valutare per ricollocare le due agenzie». Così fonti europee.

Delle Agenzie si parlerà al consiglio europeo Affari generali a 27 della prossima settimana a Lussemburgo. In quell’occasione i Paesi avranno l’occasione di presentare di nuovo le proprie offerte e tessere alleanze, mentre la decisione finale delle città verrà presa al successivo Consiglio Affari generali, in programma il 20 novembre.

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