Amministratori

La semplificazione? Regole troppo complicate

Le regole sulla semplificazione sono troppo complicate, quindi non si riesce a semplificare nulla e tantomeno a misurare gli effetti degli infiniti tentativi sul tema. Anche i tecnici del Senato alzano le mani, e nel dossier diffuso ieri sulla «Riduzione degli oneri amministrativi» spiegano che tastare il polso alla nostra burocrazia è un'impresa disperata.

L’analisi
Sotto esame c'è il taglio degli obblighi informativi a carico delle imprese e degli operatori economici, di cui il nuovo spesometro è autorevole esponente. La riduzione del carico di domande che gli uffici amministrativi e fiscali presentano a chi fa impresa è al centro di un'ambiziosa strategia dell'Unione europea che nel 2007 aveva chiesto a tutti gli Stati membri di tagliare del 25% gli adempimenti in cinque anni. L'Italia ha aderito con entusiasmo, in un mese ha costruito un'intesa lampo con Regioni ed enti locali, e tradotto il tutto nel modo più consueto: una valanga di programmi nazionali, decreti taglia-oneri e regolamenti, che avrebbero dovuto far risparmiare 9 miliardi di euro all'anno in termini di mancato impegno nella compilazione di moduli, formulari e scartoffie varie.
Il risultato, naturalmente, è paradossale. Le regole sulla riduzione degli oneri amministrativi, scrive Palazzo Madama, sono «estremamente complesse, frammentate e stratificate», figlie di una «pluralità di strumenti» spesso scoordinati fra loro. E mentre il carico sulle imprese non diminuisce, aumenta quello sugli uffici pubblici: impegnati a scrivere relazioni e report sulla semplificazione.

Il dossier del Senato

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