Amministratori

Sindaco, giunta e segretario sanzionati per l’adozione del piano anticorruzione oltre il 31 gennaio

di Michele Nico

La tardiva adozione, da parte del Comune, del piano triennale per la prevenzione della corruzione (Ptpct) è una grave inadempienza che comporta una sanzione pecuniaria di 1.000 euro a carico del responsabile della trasparenza, del sindaco e di ognuno degli assessori in carica.
Con la delibera n. 828/2017 l'Autorità anticorruzione, dopo aver accertato che un ente locale non ha pubblicato sul sito web, nella sezione «Amministrazione trasparente», l'aggiornamento del Ptpct relativo al triennio 2017-2019, fa scattare il procedimento sanzionatorio nei confronti dei componenti della Giunta e del segretario generale, in qualità di responsabile della trasparenza, per la mancata adozione del documento entro il 31 gennaio 2017.

La regola
Tale termine è prescritto dall'articolo 1, comma 8, della legge n. 190/2012, secondo cui negli enti locali la Giunta «adotta il piano triennale per la prevenzione della corruzione su proposta del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza entro il 31 gennaio di ogni anno e ne cura la trasmissione all'Autorità nazionale anticorruzione».
Per inciso, la norma assegna grande rilievo all'adempimento in questione, tanto da disporre che «l'attività di elaborazione del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione».
In questa logica il legislatore, con l'articolo 19, comma 5, lettera b) del Dl n. 90/2014, convertito in legge n. 114/2014, ha istituito un apposito regime sanzionatorio a presidio degli obblighi imposti, stabilendo che nel caso di omessa adozione del piano da parte dell'ente l'Anac applica una sanzione amministrativa da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 10mila euro.

Le giustificazioni del Comune
Nel caso in esame il Comune interessato, a fronte della richiesta di chiarimenti da parte dell'Anac, giustifica il proprio ritardo con la necessità di un supplemento di istruttoria causato dalla «precisa volontà di elaborare tale strumento come risultato di un percorso condiviso tra organo di indirizzo politico (…) e struttura amministrativa» in conformità agli indirizzi espressi dalla medesima Autorità con la delibera n. 831/2016.
L'adozione tardiva del piano, secondo l'ente, sarebbe quindi dovuta all'esigenza di adeguare le prescrizioni del documento al concreto contesto organizzativo della realtà locale, tant'è vero che, una volta ultimate le occorrenti verifiche, il piano triennale è stato poi approvato dalla Giunta con la delibera n. 59 del 18 maggio 2017.

La decisione dell'Anac
Le giustificazioni addotte non sono però ritenute valide dall'Autorità, per la quale la tardiva approvazione è stata causata da «un atteggiamento di negligenza e noncuranza dell'amministrazione comunale», rimasta inattiva anche dopo le note di richiamo inviate dalla Prefettura il 1° marzo e il 4 aprile 2017.
Nella delibera si legge che l'Anac ravvisa l'elemento psicologico della colpa nei soggetti inadempienti, potendosi comunque escludere che il comportamento omissivo, «seppur caratterizzato da inosservanza degli ordinari doveri di diligenza, fosse il fine ultimo della loro azione».
L'attenuante è accertata, ma non risparmia la sanzione pecuniaria agli amministratori locali e al segretario, dacché l'omissione di provvedimenti obbligatori è considerata una grave infrazione che espone l'attività della Pa al rischio di corruzione.

La delibera dell’Anac n. 828/2017

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