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Nella mappa delle nuove circoscrizioni territoriali le Camere di commercio restano 60

Saranno in tutto 60 le Camere di commercio (Cdc) in Italia. Il Governo è pronto a licenziare la mappa definitiva delle nuove circoscrizioni territoriali del sistema camerale contenute nel decreto del ministero dello Sviluppo economico che attua quanto chiesto dalla riforma Madia. Il decreto che delinea il piano di accorpamenti delle Camere di commercio che passano così ufficialmente da 105 a 60 (in realtà oggi sono già ridotte a 95 grazie all’avvio di una autoriforma) è approdato all’esame della Conferenza Stato Regioni. Che ieri - dopo il rinvio della scorsa settimana - ha deciso però di non esprimere il suo parere. Di fronte a un testo nuovo presentato direttamente nella riunione di ieri dalla viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, le Regioni hanno scelto di non dare il loro parere che comunque non era vincolante. Tra le novità dell’ultima ora la conservazione di due Camere nel Friuli Venezia Giulia (invece della fusione in una sola Camera come era previsto precedentemente) e il riconoscimento alla Sardegna di tre Camere: Nuoro, Sassari - non più accorpate - e Cagliari Oristano. Il decreto ora è sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che lo dovrebbe firmare entro l’8 agosto, termine entro cui deve essere licenziata la mappa.   Il profondo restyling - che sostanzialmente recupera la proposta avanzata a fine maggio da Unioncamere - vede ad esempio in Lombardia sette Camere, in Veneto cinque, in Piemonte quattro come in Campania e Puglia e tre nel Lazio. E una sola rispettivamente per Molise, Basilicata e Umbria.

La reazione delle Regioni
Dalle Regioni ieri sono arrivate reazioni contrastanti. Se a esempio l’assessore sardo Filippo Spanu ha sottolineato «l'accoglimento della proposta della Regione relativamente alla nuova organizzazione del sistema delle Camere di commercio», quello del Friuli, Gianni Torrente ha invece espresso «il rammarico per il ripensamento del Governo» che alla fine ha bocciato l’idea di una sola Camera per tutta la Regione.

Le aziende speciali
Il decreto del Mise prevede oltre alla riduzione delle Camere anche quella delle aziende speciali che da 98 diventano 58. Con la pianta organica definitiva che scenderà a oltre 6700 dipendenti (2mila in meno rispetto al passato). Appena il provvedimento sarà pubblicato in «Gazzetta» i commissari ad acta delle camere di commercio accorpate - i nomi sono già contenuti in un allegato al decreto - provvederanno entro sei mesi a mettere in piedi la nuova Governance . In particolare spetterà a loro entro 120 giorni avviare le procedure - si legge nel decreto - per la costituzione del consiglio delle nuove camere di commercio». Da qui ne consegue che gli organi delle camere di commercio oggetto di accorpamento decadano. Entro i tre mesi successivi all’entrata in vigore del decreto il ministero dello Sviluppo economico, su proposta di Unioncamere, «ridefinisce i servizi che il sistema delle camere di commercio è tenuto a fornire sull’intero territorio nazionale». Questo significa che il nuovo volto del sistema camerale si vedrà, con i nuovi organi insediati nelle camere accorpate, a inizio del prossimo anno. «Si tratta di un piano importante - avverte il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli - che riorganizza profondamente il sistema delle Camere di commercio, ne razionalizza le strutture, produce risparmi significativi. Le Camere peraltro, sono già all'opera sulle nuove sfide dell'economia 4.0, dell'orientamento e dell'alternanza scuola-lavoro su cui il Governo le ha impegnate».

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